sabato 6 ottobre 2018

Bimbi non vedenti: un braccialetto sonoro per orientarsi

La Repubblica del 05-10-2018

Si mette al polso e produce un suono regolare quando il bambino muove il braccio. Così, il braccialetto Abbi consente di orientarsi con maggiore sicurezza, favorendo anche il gioco e l'interazione sociale.

GIOCARE, correre, interagire con gli altri. Azioni gioiose e naturali per i bambini, che possono invece diventare molto complesse e faticose quando i piccoli sono non vedenti. Per aiutarli a orientarsi nello spazio, favorendo la spontaneità e la spensieratezza dei gesti, la robotica si combina con le scienze cognitive nel produrre una nuovo semplice strumento tecnologico. Si tratta di un braccialetto, messo a punto dai ricercatori dell'Istituto Italiano di Tecnologia, che emette suoni quando il braccio o il corpo sono in movimento. Chiamato Abbi, questo dispositivo, realizzato all'interno di un progetto finanziato dalla Commissione Europea, aiuta a sentire il proprio corpo nello spazio.

IL BRACCIALETTO.

Aggiungere al movimento corporeo un suono aiuta a percepire il proprio corpo nella scena circostante, come spiega Monica Gori, a capo del gruppo di ricerca You Vip - Unità per le persone con disabilità visive dell'Istituto Italiano di Tecnologia, che ha sviluppato Abbi insieme a Giulia Cappagli e Chiara Martolini ed altri ricercatori. “L'idea è quella che il bambino vedente, quando muove la mano osserva questo spostamento e calcola le distanze necessarie per raggiungere oggetti e persone, un'operazione difficile per chi non vede e può solo immaginare l'azione”, spiega Gori. “Proprio da queste considerazioni nasce l'idea del braccialetto Abbi, che in assenza della visione fornisce un feedback sensoriale – sonoro – corrispondente al movimento, che non viene visto ma 'sentito’, ascoltato”.

Ma c'è di più. Se anche l'adulto indossa il braccialetto, il gioco sonoro facilita l'interazione fra due (o più) persone. “Ad esempio – prosegue Gori – a tavola, se anche la mamma o il papà indossano il braccialetto, è più facile passare gli oggetti al bambino, che sente e calcola più facilmente distanza e posizioni”.

LO STUDIO.

In collaborazione con l'Istituto David Chiassone di Genova e con varie strutture di riabilitazione, il team dell'IIT ha testato il braccialetto in un campione di 42 bambini, non vedenti o fortemente ipovedenti. Metà dei partecipanti indossava Abbi per un'ora a settimana per un periodo di tre mesi, presso il David Chiassone, e per un'ora al giorno a casa, sempre per tre mesi, mentre l'altra metà dei partecipanti prendeva parte alle sessioni di riabilitazione senza il braccialetto.

“Questo studio, attualmente in fase conclusiva, ha mostrato risultati significativi rispetto alla validità del braccialetto”, commenta Gori, “infatti, dopo tre mesi i bambini che lo hanno indossato hanno mostrato un aumento, rispetto al gruppo di controllo, delle capacità spaziali e motorie: al termine delle sessioni, sentendo i suoni riuscivano meglio a distinguerne la provenienza e si muovevano con maggiore sicurezza. Ma anche la socialità ne ha tratto benefici: i piccoli si cercavano di più e si interagivano fra loro con maggiore entusiasmo, un'esperienza coinvolgente ed emozionante anche per me e per noi ricercatori. Il risultato è importante, anche considerando che attualmente non esistono dispositivi di questo genere per bambini non vedenti”.

L'idea, prosegue Gori, è che questo dispositivo medico, tramite la valigetta col kit Abbi Key, possa essere diffuso nelle strutture di riabilitazione dove il riabilitatore, interagendo col bambino, può svolgere il training e monitorare i progressi ottenuti. Sarà possibile provare il braccialetto Abbi durante l'esposizione Maker Faire a Roma dal 12 al 14 ottobre 2018.

I PROSSIMI PASSI.

L'obiettivo è quello di studiare la possibilità di utilizzare questo strumento anche in bambini molto piccoli, spiega Gori, al di sotto di un anno di età. “Nei primi mesi di vita, il piccolo inizia ad osservare il mondo circostante, a manipolare gli oggetti e a capirne la posizione e le distanze, una competenza che viene acquisita intorno ai cinque o sei mesi di vita”, sottolinea la ricercatrice – mentre nel bambino non vedente questa abilità si manifesta in ritardo, intorno agli 11-12 mesi. Agire in questa fase, quando la plasticità cerebrale è molto elevata (nei primissimi anni di vita è massima) potrebbe ridurre tale ritardo e favorire il conseguimento delle normali capacità spaziali e motorie”.

Ma non è tutto. “Un altro progetto in corso, da me coordinato, è 'Wedraw' (noi disegniamo), che propone una nuova metodologia di apprendimento della matematica e della geometria alle scuole elementari, mirata per i bambini non vedenti”, spiega Gori. “Suono, musica, disegno e movimento del corpo sono gli elementi di questa nuova modalità didattica: ad esempio una musica ritmata viene associata alle frazioni, che esprimono i numeri attraverso divisioni e dunque possono essere collegate al ritmo, mentre i disegni e alle figure geometriche possono essere riprodotte tramite danza e movimenti corporei”.

di Viola Rita

1 commento:


  1. Puoi crearli da solo. Con questo set di perline, come ti piace!
    Ecco un esempio di perline https://www.cintapunto.it
    Nel negozio puoi acquistare una base di bracciale in pelle o metallo e cambiare i componenti del braccialetto almeno ogni giorno!

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