Redattore Sociale del 10-10-2018
Mario Barbuto, presidente dell'UICI, evidenzia quanto sia "necessario, importante e conveniente prevenire le patologie visive, piuttosto che curare la cecità. Dal governo 1 milione alle regioni per centri di prevenzione: chiediamo 5 milioni. A Bologna, il 16% dei bambini delle elementari ha rivelato problemi di vista, in alcuni casi seri".
ROMA. Controllare la vista, per non rischiare di perderla: è questo, in sintesi, l'appello che rivolge l'Unione italiana ciechi e ipovedenti, in occasione della Giornata mondiale della vista, che si celebra l'11 ottobre. Una ricorrenza che, come ci spiega il presidente Mario Barbuto, “ha un obiettivo altissimo: sradicare dal mondo il problema della cecità. Quasi un miliardo di persone, secondo l'Oms, convivono con la cecità o con difetti visivi molto gravi – riferisce ancora Barbuto - La maggior parte di queste situazioni nasce dalle condizioni di indigenza e povertà nelle aree geografiche del mondo più povere. Ci sono poi le cosiddette malattie rare, o ereditarie, o genetiche, diffuse nei paesi più ricchi come in quelli più poveri, come il glaucoma e la retinite”. Cruciale, per queste ultime patologie e in particolare per il glaucoma, potrebbe essere in un futuro non troppo remoto il ruolo delle nuove tecnologie: “ultimamente iniziano a esserci i primi impianti di microchip – ci spiega infatti Barbuto - che attraverso sistemi diversi, forniscono al cervello impulsi elettrici che permettono di avere una sorta di visione bionica della realtà: è il cosiddetto occhio bionico. Possiamo dire che in questo momento sono in corsa gli oculisti e gli ingegneri elettronici: e questi ultimi rischiano di arrivare prima”.
Se tanto possono quindi le tecnologie, ancor di più però può la prevenzione, che è il tema centrale della Giornata. “In tutto il mondo, ogni anno, la Giornata mondiale serve per promuovere conoscenza e sensibilizzazione su questa tematica, perché riteniamo che, come in tanti altri settori della vita sociale, che prevenire possa non solo aiutare le persone, ma anche indirizzare meglio le risorse pubbliche e private”. Se infatti da un lato è vero che prevenire costa e che la prevenzione incrocia, dunque, il tema della “povertà sanitaria”, sempre più diffusa anche nel nostro Paese, è vero anche che la cura è assai più onerosa e che quindi sarebbe proficuo indirizzare più risorse pubbliche proprio alla prevenzione. “Un lungo percorso di cura di una persona colpita da cecità ha costi altissimi per i contribuenti: sarebbe quindi molto più efficace e meno dispendiosa un 'azione di prevenzione, che passi anche per visite '"ow cost" e accessibili a tutti”.
Barbuto indica quindi alcuni possibili impegni che da un lato lo Stato, dall'altro le associazioni potrebbero e dovrebbero assumersi. Dal punto di vista delle istituzioni, occorre innanzitutto un maggiore impegno finanziario: “La legge 286 del 1997 ha istituito centri regionali dedicati proprio alla prevenzione dei problemi di vista – ricorda Barbuto - Nell'arco degli anni, però, la disponibilità era a scesa a meno di 100 mila euro: come UICI, ci siamo adoperati chiedendo un fondo di 5 milioni di euro. Lo scorso anno abbiamo ottenuto 1 milione, continueremo a lavorare per ottenere un ulteriore incremento. Da quel che ci risulta, le regioni hanno utilizzato le risorse disponibili a questo scopo, attivando servizi di prevenzione a costo zero, ma con le ben note liste di attesa”.
Un'altra opportunità di "prevenzione low cost", che l'UICI sta rafforzando, è quella di “offrire ambulatori oculistici di base nelle nostre sezioni: ce ne sono già in molte città. Qui l'accesso alla visita è molto rapido, aperto a tutti e costa tra i 25 e i 30 euro. Un'altra possibilità che attiviamo quando possibile, grazie alla collaborazione di medici oculisti volontari, è quella di utilizzare unità mobili, che in diversi giorni dell'anno si collocano in una piazza importante della città ed effettuano screening oculistici di 10-15 minuti. Infine, importanti sono le iniziative nelle scuole, come gli screening di massa che abbiamo svolto in alcune città e da cui sono emersi dati non rassicuranti: qualche anno fa a Bologna, per esempio, sono stati controllati tutti i bambini delle elementari e oltre il 16% aveva problemi oculari, che rischiavano in alcuni casi di diventare, negli anni, anche patologie serie. È un dato che ci fa ribadire quanto sia necessaria un'attenzione da parte delle strutture pubbliche, della politica e degli amministratori, per potenziare le attività di prevenzione.
È l'informazione ai cittadini che deve arrivare: è importante controllarsi, spendere 10 minuti del proprio tempo, perché la vista è un bene troppo prezioso. E se lo dicono i ciechi, potete crederci!”. (cl)
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