Il Corriere della Sera del 15-10-2018
In Italia sono cinque le scuole abilitate alla formazione del cane guida. Un percorso difficile che dura oltre un anno. Domani, 16 ottobre, la Giornata Nazionale.
«In Italia sono ancora troppi i fatti di cronaca in cui il diritto del cane guida di entrare in luoghi pubblici o salire sui mezzi viene negato, limitando la mobilità delle persone cieche e ipovedenti», dice Mario Barbuto, presidente nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti alla vigilia della Giornata Nazionale del Cane Guida che si celebra domani, 16 ottobre. «Nonostante ci siano leggi ben specifiche, esse sono spesso disattese. Se nel nostro Paese una compagnia di trasporti, il gestore di una struttura ricettiva o di una spiaggia, dicesse no al cane guida, oltre a negare l’accoglienza a un cliente e a essere passibile di multa (L. n. 34/1974 – Reg. CE n. 1107/2006) compirebbe un atto di vera e propria discriminazione. Non permettere l’ingresso alla guida a quattro zampe vuol dire lasciare fuori anche la persona che quell’animale accompagna. Apparentemente è il cane che non può entrare, in realtà chi viene rifiutato è un individuo in quanto cieco».
Un cane guida prima di diventare tale deve compiere un articolato percorso di addestramento che dura oltre un anno e dimostrare di avere il carattere idoneo per poter svolgere questo delicato e importante compito. Al termine del percorso viene sottoposto anche a test caratteriali e attitudinali per valutarne le reazioni, portando il cane in mezzo al traffico, mezzi pubblici e luoghi affollati per testarne le capacità. Solo il soggetto ritenuto idoneo potrà poi essere affidato a una persona con disabilità visiva.In Italia sono cinque le scuole abilitate alla formazione del cane guida – il Servizio Cani Guida dei Lions a Limbiate (MI), la Scuola Nazionale Cani Guida per Ciechi a Scandicci (FI),l’Associazione Puppy Walker di Selvazzano (PD), il Centro Regionale Ellen Keller di Messina e il Centro di Addestramento Cani Guida di Campagnano (RM) dell’Associazione Nazionale Privi della Vista e Ipovedenti.
Esiste un decalogo del Cane Guida: dieci regole per conoscerlo e per essere d’aiuto a chi non vede:
1. Non dare da mangiare al Cane Guida e non chiamarlo quando sta lavorando, i fischi e i versi lo distraggono;
2. Se si desidera accarezzarlo o salutarlo è opportuno chiedere prima alle persone accompagnate;
3. Non lasciare il proprio cane sciolto nelle vicinanze di un Cane Guida che sta lavorando, è opportuno invece cercare di controllarlo;
4. Se occorre dare un’indicazione alla persona cieca non prendere il Cane Guida dal guinzaglio né dal collare;
5. Ricordare sempre che i Cani Guida sono gli occhi di una persona, non impedire l’accesso ai locali e ai mezzi pubblici. Lo prevede la Legge n.37/1974, integrata e modificata dalla legge n.376/1988 e dalla legge n.60/2006;
6. Non bisogna avere paura dei Cani Guida, non sono aggressivi e non trasmettono malattie;
7. Quando si è alla guida di un mezzo se un Cane Guida sta attraversando la strada è opportuno fermarsi a una distanza sufficiente a non spaventarlo;
8. Sui mezzi pubblici, aiuta il Cane Guida a trovare un’ubicazione comoda, inoltre, non ha l’obbligo di pagare il biglietto o una sovrattassa;
9. I Cani Guida sono puliti, sporcano sempre lontano dai marciapiedi e dai luoghi adeguati e il loro padrone è tuttavia esonerato dalla raccolta obbligatoria, come previsto da molti regolamenti comunali;
10. È importante non ostacolare il loro passaggio sulle rampe e ricordare che macchine e motorini parcheggiati sui marciapiedi o sulle strisce pedonali costituiscono un ostacolo insormontabile per i non vedenti.
di Fausta Chiesa
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