lunedì 29 ottobre 2018

I presidi chiamano ma non trovano nessuno

Il Giorno del 28-10-2018

La coperta è corta. «Da gennaio cambia l'iter per l'assegnazione delle ore. Temiamo forti tagli».

MILANO. «I dirigenti scolastici vivono una situazione paradossale: chiedono più ore di sostegno, perché servono, ma hanno quasi paura di ottenerle perché sanno che poi non riescono a trovare gli insegnanti». Così Massimiliano Sambruna, segretario della Cisl Scuola, spiega il corto circuito. «È un cane che si morde la coda - continua - la situazione è più grave alle elementari. Mancano insegnanti abilitati, si continuano a chiamare supplenti, per i docenti su posto comune molte scuole sono già passate alle messe a disposizione». E siamo ormai a novembre. Per cercare di porre rimedio a un'emergenza cronica serve un piano. «Siamo riusciti ad aumentare il numero dei posti disponibili per la formazione specialistica degli insegnanti di sostegno - ha annunciato nei giorni scorsi il ministro all'Educazione ed ex provveditore milanese Marco Bussetti -. Erano previsti 10mila l'anno e siamo riusciti a raggiungere i 40mila per i prossimi tre anni. Si inizia con 14 mila». Nel frattempo però c'è un anno scolastico ancora da avviare. «Nella mia come in altre scuole la situazione è disperata - spiega Alessia Corsi, insegnante di sostegno all'istituto superiore Marignoni Polo e delegata Usb -. Non ci sono abbastanza insegnanti di sostegno per rispondere ai bisogni degli studenti». Al Marignoni ne mancano all'appello ancora sei, oltre a inglese e biologia; l'insegnante di italiano in una prima è arrivata questa settimana. COSA non funziona? «Le procedure di reclutamento prima di tutto, con concorsi a spot - continua Corsi - un percorso disincentivante, perché per due anni si lavora gratis. Tre quarti dell'organico di fatto viene chiamato a partire da ottobre e termina a giugno, le procedure sono in ritardo e visto che gli abilitati non sono sufficienti si prendono persone che, non per colpa loro, sono sprovviste di strumenti». L'anno prossimo ci sarà un'aggravante. «Già il fabbisogno di ore è al ribasso, dal primo di gennaio le ore saranno distribuite dai famigerati Git, gruppi per l'inclusione territoriale, un organismo amministrativo non pedagogico e verrà meno la possibilità di fare ricorso. Temiamo tagli con la mannaia». In tutto questo c'è chi è insegnante di sostegno per scelta, come la stessa Alessia Corsi, che ha lasciato la cattedra di Lettere per dedicarsi al sostegno dei ragazzi e della classe a tempo pieno. «Sono rimasta profondamente colpita da questa esperienza: quando entri in contatto con una realtà come quella della disabilità non puoi rimanere indifferente. Mi sento più utile qui e ho la possibilità di intervenire su tutta la classe, è un lavoro gratificante anche se faticoso, a livello emotivo e pratico. Con questi numeri si fanno i salti mortali». (Si.Ba.)

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