La Provincia di Como del 05-03-2019
L'Unione Ciechi denuncia: quante barriere. «Il sogno? Un percorso per noi dallo stadio al centro».
COMO. Dal Tempio Voltiano agli attraversamenti pedonali, dai nuovi totem turistici alle rotatorie. Prima di diventare una città a misura di persone cieche e ipovedenti, Como ha ancora un bel po’ di strada da fare. Lo conferma Claudio La Corte, presidente della sezione lariana dell'Uici (Unione italiana ciechi e ipovedenti), rispondendo con semplicità alla domanda su cosa vorrebbe venisse fatto nel capoluogo: «Basterebbe un percorso, in centro, senza barriere architettoniche». Già due anni fa, la commissione regionale autonomia e disabilità aveva fatto un giro in città, proprio insieme con Uici Como e con la presenza del vicesindaco Alessandra Locatelli. Una passeggiata dalla stazione di Como San Giovanni a Como Lago per verificare le barriere architettoniche in centro e periferia. Il risultato? Non lusinghiero.
Problemi mai risolti.
Per citare solo alcuni problemi: poche indicazioni tattili, indispensabili per un orientamento sensoriale, e la sovente mancanza di attraversamenti pedonali e semafori acustici. «Quel giorno - continua Claudio - abbiamo fatto tutti i percorsi vari e immaginabili. Ci sono tante belle iniziative in atto ma, purtroppo, fatti concreti non ce ne sono stati». Parlando di corsie, uno fra i punti più antipatici riguarda l'attraversamento di viale Masia, noto purtroppo alle cronache a causa di diversi investimenti di persone, alcuni addirittura mortali. «Sembrava fosse giunto il momento di metterci mano - spiega - invece, al momento, è ancora tutto fermo. Inoltre, avevo fatto presente all'amministrazione della difficoltà di scendere dalla stazione centrale al Gallio per recarsi in posta. Ci sono quattro corsie con spartitraffico in mezzo. Una volta il semaforo aveva il segnale sonoro, ora non è più così. Per noi è complicato e pericoloso: facciamo corsi d'orientamento e mobilità, però un conto è attraversare una strada "normale", un altro è trovarsi lì in mezzo. Per quanto mi riguarda, di solito mi faccio accompagnare da qualcuno, altrimenti chiedo al primo pedone di darmi una mano». Inoltre, le buche, la strada dissestata, l'asfalto rattoppato a pezzi e il marciapiede stretto rendono davvero complicata la vita per chi volesse provare a spostarsi in autonomia.
Attraversamenti proibiti.
Un altro problema riguarda le rotatorie, per esempio quella di Santa Teresa. Non c'è, in nessun punto, una segnalazione sonora in grado di avvertire quando è possibile attraversare. Un problema non da poco e non risolvibile senza essere aiutati. Anche sul fronte turistico, la vicenda non migliora. A partire dai nuovi totem, appena posizionati un po’ ovunque in città. Non sono presenti, infatti, alcune indicazioni in braille in grado di guidare ciechi e ipovedenti all'interno del centro storico. Al tempio Voltiano, purtroppo ancora inagibile in parte, non esistono schedine e informazioni tattili per guidare chi volesse sapere qualcosa in più circa il grande scienziato lariano. «Per quanto riguarda i musei - continua il presidente lariano dell'associazione - con Iubilantes abbiamo in programma una manifestazione a giugno. Si chiamerà "Monumenti aperti" dove i non vedenti saranno guida al civico e alla basilica di Sant'Abbondio. Si svolgerà in altri posti, per esempio a Milano. Sul territorio, invece, i due comuni saranno Cantù e il capoluogo. Se tutto va bene, per il prossimo anno potremmo aggiungere qualcos'altro». Intanto, a maggio del 2017, all'Archeologico sono state installate le schede di sala in braille, realizzate dalla biblioteca nazionale per i Ciechi Regina Margherita di Monza, in collaborazione proprio con l'Uici, Centro italiano femminile e Agorà, incontri culturali albatesi. Un passo verso l'intera mappatura delle opere tattili, ancora però non interamente realizzata. Invece, per quanto riguarda la Pinacoteca, le schede sono già disponibili dal 2012. Quindi, cosa si potrebbe chiedere all'amministrazione per la città? Risponde senza perdere il sorriso, come si fa quando si ripetono le cose scontate o già conosciute. Come i problemi che dipendono da altri a cui, purtroppo, si è fatta l'abitudine. «Eliminare le barriere architettoniche in un comune vecchio come Como non è facile e lo sappiamo benissimo - conclude Claudio - non si riesce nemmeno nei nuovi agglomerati. Però, ci piacerebbe avere almeno un percorso senza problemi, che ne so: dallo stadio al centro. Sarebbe una bellissima novità».
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