venerdì 29 marzo 2019

Le pietre scolpite "parlano" e svelano l'arte ai non vedenti

L'Eco di Bergamo del 28.03.2019

Delegazione dell'Unione ciechi in via Piazzo alla scoperta del muro trasformato da Remo Ponti. "Noi riusciamo a cogliere particolari che a voi sfuggono».

ALBINO. Le dita scorrono lente tra le pieghe create nella pietra e, poco a poco, compare un pesce primordiale. Non troppo lontano, una coccinella che pare uno scarabeo. Poi spirali, greche, un fiore. Le mani esplorano e l'arte si svela. Per loro è invisibile agli occhi, ma accessibile. È la meraviglia del muro scolpito dal settembre 2013 a oggi ad Albino dall'ottantenne Remo Ponti. Ormai ci arrivano da tutta la provincia e non solo, per vederlo: le oltre 900 pietre scolpite a mano dagli scalpelli creati dallo stesso Ponti sono diventate un'attrazione che, nel giugno 2018, si è meritata il riconoscimento del Comune, con tanto di targa. Ma il muro scolpito può diventare molto di più: ad altezza comoda per qualsiasi visitatore, rappresenta per i non vedenti una mostra permanente a cielo aperto, collezione di opere tutte da scoprire, nate dall'eclettica mente dell'artista. Così sabato scorso una delegazione dell'Unione italiana ciechi e ipovedenti, sezione di Bergamo, ha raggiunto il parcheggio di fronte al convento dei frati Cappuccini e da lì a via Piazzo dove, dopo un tratto in salita, sono stati accolti dallo stesso Ponti, oltre che dall'assessore a Istruzione e cultura Emanuela Testa, presenti pure alcuni alpini e albinesi dei Gruppi di cammino. «Le pietre scolpite erano tantissime, impossibile decifrarle tutte in così poco tempo - commenta Marianna Mazzola, giunta ad Albino insieme a una dozzina di non vedenti, tra cui i colleghi consiglieri dell'Uici Paolo Parimbelli, Stefano Caccia e Francesco Pagani -. Alcune, essendo molto astratte, rappresentavano a mio parere il personaggio dello scultore che io definirei, per quel poco che ho potuto interpretare, come uno spirito libero». Lui, l'autore, ha seguito curioso l'esplorazione, non risparmiando spiegazioni. «Ponti è un uomo vulcanico, felice di spiegare la sua poetica, il suo vissuto» dice Paolo Parimbelli che è rimasto colpito soprattutto da «una radice da cui Ponti ha ricavato la testa mostruosa di un animale immaginario: una testa molto allungata - spiega - con bocca, zanne, occhi, che dà una suggestione spaventosa». L'opera fa parte di quelle che l'autore ha portato davanti al muro ed esposto apposta per essere «viste» con nuove modalità.

COME SI FA.

Ma come prende forma un'opera d'arte, esplorata da un cieco? «La fruizione dell'immagine da parte di un vedente - spiega Parimbelli - è sintetica: con l'occhio coglie subito l'insieme dell'opera. Il non vedente, invece, esplorando con le mani ha un approccio analitico: l'esplorazione va fatta prima di tutto in modo generale, cercando di capire le dimensioni, il materiale, la forma. La seconda fase è la cosiddetta lettura iconografica nella quale si percorrono con le dita delle mani i dettagli della forma: se è un volto si riconoscono occhi, naso, bocca, capelli». C'è poi una «terza fase in cui si esplora di nuovo in modo generale, si cerca di capire il significato, il senso artistico di un'opera. I tempi sono quindi allungati». Ma c'è un plus: «Il risultato è che il non vedente - prosegue il consigliere dell'UICI - capisce e coglie molto di più l'opera, perché apprezza tutti i dettagli, mentre un vedente guarda l'insieme, ma gli sfuggono i particolari». Come il materiale, che si svela «freddo o caldo, ruvido o levigato». Insomma, una rappresentazione e sensazioni che vanno bel oltre un rapido «bello, mi piace».

STUDENTI IN CAMPO.

Nella doppia veste di assessore a Istruzione e cultura e mamma di una ragazza non vedente - la campionessa di nuoto paralimpico Greta Carrara, ora affermata copywriter a Milano - Emanuela Testa ha accolto il gruppo di non vedenti e accompagnatori, esprimendo «grande soddisfazione per questa visita. Il muro di Ponti va fatto conoscere - spiega Testa - e per questo stiamo procedendo con una convenzione scuola-lavoro con l'Istituto Romero: una classe mapperà, intervistando Remo Ponti, ogni pietra. Tutte le informazioni verranno raccolte su un pieghevole e inserite sul sito del Comune», quindi accessibili anche ai non vedenti grazie ai programmi vocali di uso abituale. Occhi, spirali, forme primordiali «escono» dalla pietra e raccontano il mondo di Ponti. O forse, chiudendo gli occhi, anche quello di ognuno di noi.

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