Il Messaggero del 10.06.2019
ROMA. Emilia avrà in pagella la media del nove, in greco ha dieci. É rappresentante di classe, recita a teatro in una compagnia di amici, corre e fa gare di atletica, tifa Roma e va allo stadio, esce con gli amici, da grande vuole fare politica. Emilia non vede. «Ho ricordi di ombre e di luci», così lontani da sfuggirle ormai. Ma il buio non è mai stato un limite. «Fosse per me farei una cosa nuova al giorno. Il mio segreto? Non c'è un segreto, semplicemente sono così. Tosta di carattere. Di ostacoli ne ho incontrati tanti, ma preferisco oltrepassarli piuttosto che aggirarli».
Emilia Fares, romana, non ha ancora sedici anni, quando ne ha compiuti dieci Totti le ha ragalato una maglietta con il suo numero. "Amaurosi congenita di Leber", la diagnosi poco dopo la nascita. Da quando ha tre anni è seguita dal Centro Sant'Alessio, un istituto regionale di riabilitazione per non vedenti, lì ha intrapreso un percorso per raggiungere la totale autonomia.
«Ho dovuto attrezzarmi da subito per superare la disabilità e con due fratelli maschi ho imparato prestissimo ad affrontare e superare il gap di genere».
Emilia prende i mezzi pubblici e si muove da sola con il bastone bianco. «Le buche ci sono per me come per tutti gli altri», taglia corto. Frequenta il liceo Russell, l'anno prossimo sarà il terzo anno. «Mi ha sempre affascinata il mondo greco. L'ho scoperto grazie a un medico che mi leggeva le poesie in greco e poi le traduceva. All'inizio avevo delle perplessità se iscrivermi a questo liceo o no, c'era qualche problema con il vocabolario di greco cartaceo. Poi abbiamo trovato il modo di superarlo». Emilia usa il software Biblos per leggere il greco e Lambda per la matematica. Dal primo anno è rappresentante di classe, sono state le compagne a convincerla e tutti l'hanno votata.
Ma non c'è solo lo studio nelle giornate di Emilia. «Ho la passione per il teatro, recito in una compagnia di ragazzi dai 19 ai 25 anni, tutti vedenti. Quest'anno abbiamo portato in scena uno spettacolo su dodici donne della tragedia greca, io ero Ifigenia. Vado a correre allo stadio della Farnesina con un allenatore insieme ad altri ragazzi che non hanno alcun problema. Ho fatto anche qualche gara con i vedenti. E poi mi diverto molto, esco con gli amici. Da grande voglio occuparmi di politica, mi piacerebbe impegnarmi per i diritti delle persone». Ammira e cita Alexandra Ocasio-Cortez, la più giovane parlamentare statunitense. «Sono abbastanza coraggiosa. Sono forte e ho tutto quello che serve. Ce la posso fare».
di Maria Lombardi
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