Il Fatto Quotidiano del 26/07/2021
Secondo la Cisl scuola, serviranno 90mila docenti specializzati per gli alunni disabili, ma ce ne saranno solo 50mila. Unica certezza, gli 11mila a tempo determinato (un anno) previsti da un emendamento M5s al decreto "Sostegni bis". Ciriaci (Misos): "Al Sud poche cattedre e molti docenti, al Nord molti posti scoperti".
ROMA. Mancano meno di due mesi alla ripartenza della scuola, ma a oggi ancora non si sa quanti saranno i docenti di sostegno con specializzazione che saranno assunti a tempo indeterminato dallo Stato. L’unica certezza è che grazie a un emendamento all’articolo 59 del decreto Legge “Sostegni bis” presentato da Vittoria Casa (5Stelle) e approvato dalla commissione bilancio della Camera, 11mila docenti specializzati avranno la cattedra a tempo determinato e dopo l’anno di prova potranno diventare di ruolo.
A detta della Cisl Scuola all’inizio del prossimo anno avremo bisogno di 90mila docenti per i disabili, ma ci saranno solo 50 mila insegnanti specializzati. Il resto saranno tutti maestri e professori “in deroga” ovvero precari che non potranno assicurare la continuità didattica ai ragazzi. Nemmeno i 22 mila posti resi disponibili dal ministero dell’Università per i corsi universitari volti al conseguimento della specializzazione risolveranno il decennale problema della mancanza di maestri e professori “esperti”.
A spiegarci il perché è Ernesto Ciriaci, presidente del “MiSoS”, Movimento insegnanti di sostegno specializzati: “Ancora una volta i posti per i corsi sono soprattutto al Sud dove ci sono poche cattedre e molti docenti specializzati a differenza del Nord dove ci sono molti posti, ma troppi sono scoperti. Non basta dire che sono stati messi a disposizione 22mila posti ma bisogna analizzare i dati. Nelle regioni settentrionali sono disponibili poco più di 3,3 mila posti dei 22 mila totali, mentre nel Mezzogiorno ce ne sono 12,8mila (quasi il 60%)”.
Una questione sollevata anche dalla Cisl Scuola. Confrontando il numero dei posti vacanti e quello di chi sta frequentando il quinto ciclo di Tfa si ha chiaro come manchi una efficace e razionale programmazione dei percorsi formativi. Al Nord a fronte di 19.286 posti vacanti ci sono solo 3.210 studenti in tfa; al Centro su 7.113 cattedre vuote tfa sono 5.970 e al Sud dove gli insegnanti specializzati mancanti sono 4.532, i posti in tfa sono 10.035.
I 22 mila posti per i corsi sono la prima tranche dei 90 mila posti autorizzati dal ministero dell’Economia che andranno a regime nel 2024. Ai corsi si accede a domanda e con il superamento di una prova selettiva. Il 20 settembre inizieranno i candidati della scuola dell’infanzia; seguiranno il 23 quelli della primaria; il 24 quelli delle medie e infine, il 30 gli aspiranti delle superiori.
Su questo tema Giovanni Merlo, direttore della Lega per i diritti e la dignità delle persone con disabilità solleva un’altra questione: “Siamo soddisfatti dell’aumento del numero di insegnanti specializzati previsto, ma va assicurata la continuità didattica ai ragazzi. Da anni chiediamo un vincolo sulle cattedre di sostegno per evitare il facile passaggio al posto comune. Un meccanismo che crea un turn-over di docenti che mette in crisi la qualità dell’insegnamento e l’autorevolezza stessa della figura del docente di sostegno”.
Per quanto riguarda gli undici mila docenti che troveranno posto grazie all’emendamento della deputata Casa, i neoassunti avranno un incarico a tempo determinato durante il quale svolgeranno il percorso annuale di formazione iniziale e prova. Al termine del percorso, i docenti in prova saranno sottoposti a valutazione da parte del preside, sentito il comitato di valutazione e sulla base dell’istruttoria di un docente al quale saranno state affidate dal dirigente le funzioni di tutor. Chi supererà la prova avrà il diritto alla conferma in ruolo. Per gli assunti in prima fascia delle Gps (graduatorie provinciali e di istituto per le supplenze) è prevista un’eccezione: dopo la valutazione, i candidati dovranno fare anche una prova disciplinare davanti ad una commissione formata da membri esterni.
Intanto in viale Trastevere si attendono risposte dal Mef: si parte da una base di 30mila posti. La copertura di queste cattedre vacanti dipende da quanti sono già oggi in graduatoria tra concorsi precedenti, quelli appena conclusi e graduatorie ad esaurimento con la specializzazione. A seguire saranno assunti i docenti che hanno fatto i concorsi straordinari con le procedure previste dal decreto “Sostegni Bis”. Bisognerà, inoltre, fare i conti con le decisioni di quegli insegnanti che all’atto dell’assunzione si troveranno su più graduatorie e con le assegnazioni provvisorie che sposteranno le persone.
di Alex Corlazzoli
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