Superando del 16/09/2021
La creazione della “Piattaforma unica nazionale informatica del contrassegno unificato disabili europeo” (CUDE) consentirà alle persone con disabilità di presentare al proprio Comune di residenza la richiesta del codice univoco associato al CUDE stesso. La versione digitale di quest’ultimo dispenserà quindi le persone con disabilità dal dover verificare le modalità di accesso alle ZTL dei Comuni diversi dal proprio; inoltre, consentirà loro di circolare liberamente nei Paesi dell’Unione Europea. Non da ultimo, diventerà più difficile commettere abusi
Com’è ben noto, nel settembre 2012, come riferito anche su queste pagine, era stato introdotto in Italia il nuovo contrassegno di parcheggio per disabili, di colore azzurro, che aveva sostituito quello arancione, ed era conforme al CUDE (Contrassegno Unificato Disabili Europeo), previsto dalla Raccomandazione del Consiglio Europeo 98/376/CE (prodotta nel 1998) e valido anche negli altri Paesi aderenti all’Unione Europea. E tuttavia la versione cartacea del contrassegno non aveva in realtà semplificato la vita delle persone con disabilità come avrebbe dovuto, obbligandole a registrarsi, ad esempio, ogni volta che dovevano entrare in una ZTL (Zona a Traffico Limitato) fuori dal proprio Comune.
Ora l’iter che prevede la creazione di una banca dati unica dei CUDE è stato completato dal Decreto del 5 luglio scorso (Istituzione della piattaforma unica nazionale informatica dei contrassegni unici), emanato dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili di concerto con i Dicasteri dell’Economia e delle Finanze e dell’Interno.
La Piattaforma unica nazionale informatica del contrassegno unificato disabili europeo si trova nell’Archivio Nazionale dei veicoli tenuto dalla Motorizzazione e dovrebbe sostituire le banche dati dei singoli Comuni.
La versione digitale del CUDE ha il duplice vantaggio di dispensare le persone con disabilità dal dover verificare le modalità di accesso alle ZTL dei Comuni diversi dal proprio in cui intendono recarsi, e di consentire loro di circolare liberamente nel Paesi dell’Unione Europea (mentre prima poteva accadere che alcuni Stati non riconoscessero la validità dei documenti cartacei italiani).
Per ottenere il CUDE digitale, la persona con disabilità deve presentare al proprio Comune di residenza la richiesta del codice univoco associato al CUDE. Questa procedura può essere effettuata anche per via telematica, tramite lo SPID o la carta d’identità digitale. Quindi deve compilare un apposito modulo previsto nel Decreto Ministeriale, indicando, «secondo un criterio di priorità di preferenza, il numero di targa di uno o più veicoli, fino ad un massimo di due», che intende utilizzare per muoversi.
La circostanza che il CUDE sia personale consente alla persona titolare di fruirne su qualsiasi veicolo abbia a disposizione, ma quando viaggia su un veicolo che non aveva registrato, deve comunicarne di volta in volta la targa, inde evitare che le arrivino multe per infrazioni rilevate da sistemi automatici. Ricevuta la richiesta, il Comune inserirà i dati, aggiornando la piattaforma unica. Dal canto suo il CED (Centro Elaborazione Dati) della Motorizzazione genererà il codice univoco e da quel momento il CUDE diventa operativo.
Poiché la piattaforma sarà aggiornata anche con il collegamento automatico tra il CED e l’ANPR (Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente), sarà indubbiamente più difficile commettere abusi come, ad esempio, l’utilizzo del contrassegno di una persona defunta. (Simona Lancioni)
La presente nota è già apparsa nel sito di Informare un’h-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli, Peccioli (Pisa) e viene qui ripresa, con minime modifiche dovute al diverso contenitore, per gentile concessione.
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