Giornale UICI del 15/09/2021
“Bisogna ritrovare la forza di indignarci quando la sensibilizzazione e la promozione della consapevolezza dimostrano di essere inutili chimere. Indignarci quindi ed agire di conseguenza in tutte le sedi istituzionali” è il fermo commento di Mario Barbuto, presidente nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, di fronte ad una ennesima situazione discriminante, rilevata dall’UICI e dall’Agenzia Iura, che riguarda in questo caso l’accesso ai corsi universitari. “Non stiamo parlando di un videogame – prosegue Barbuto – È il test che rende possibile iscriversi all’università e provare a costruire un futuro di dignità. Un test che, nonostante decenni di norme e standard nazionali ed internazionali continua a risultare ancora non accessibile”.
Ma veniamo ai fatti che evocano responsabilità di alto livello e su cui già UICI anticipa, solo per iniziare, interrogazioni parlamentari alla Ministra competente (Maria Cristina Messa). Ormai da qualche anno l’accesso a molti corsi universitari è condizionato da test di ingresso. Il sistema prevalente per la propedeutica fornitura di materiali di preparazione, la simulazione di test e poi la sua esecuzione è la Piattaforma SEB (Safe Exam Browser) e poi il Test Online CISIA (TOLC). Il candidato studente si iscrive alla piattaforma, si prepara al test e poi lo esegue (anche da remoto). Sempre che non sia cieco. Infatti, per stessa ammissione di chi di recente ha adottato il sistema, SEB (un browser che si scarica sul proprio PC) e TOLC non sono accessibili, non rispondono cioè agli standard fissati in Italia già nel 2004. Il sistema è gestito e fornito agli atenei italiani dal Consorzio Interuniversitario Sistemi Integrati per l’Accesso (CISIA), consorzio senza fini di lucro, formato esclusivamente da Atenei statali. 53 Atenei e le Conferenze di Ingegneria, Architettura e Scienze. Il che riguarda la stragrande maggioranza degli studenti italiani.
Di fronte a questa evidenza – che UICI ha presentato al CISIA e alla Conferenza Nazionale Universitaria dei Delegati per la Disabilità – non si sono ottenute risposte circa il motivo della scelta di un sistema realizzato nel mancato rispetto degli standard nazionali ed internazionali di accessibilità. Si è al contrario proposto quello che impropriamente è definito un “accomodamento ragionevole”: consentire al candidato cieco o ipovedente di svolgere la prova su un modulo PDF accessibile appositamente realizzato dal CISIA. Perché un modulo PDF sia accessibile è necessario rispettare alcune regole di base sufficientemente note e consolidate presso i professionisti. Orbene, alla prima prova dei fatti nemmeno il cosiddetto “l’accomodamento ragionevole” ha funzionato. Il 13 settembre u.s. un candidato cieco si è presentato presso una sede dell’Ateneo patavino, per la concordata esecuzione del test su modulo PDF. E questo si è rivelato, agli stessi responsabili dell’Ateneo, inaccessibile per chiunque e quindi la persona non vedente non ha potuto eseguire il test.
“Questo accade oggi nel nostro Paese a distanza di quasi vent’anni dalla Legge sugli standard sull’accessibilità (2004), a dodici dalla ratifica della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità e mentre la UE continua a ribadire la priorità dell’accessibilità di luoghi e strumenti. Questa vicenda è emblematica e non può finire qui” conclude Barbuto ribadendo:1. che le Leggi dello Stato vanno rispettate sempre e comunque;2. che la nostra associazione e le sue diramazioni tecniche da sempre sono a disposizione e hanno dichiarato la propria disponibilità ad offrire consulenza e assistenza tecnica gratuita.
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