mercoledì 29 settembre 2021

Radiofari per guidare i «bastoni bianchi». Le vie di Mantova amiche dei non vedenti

Avvenire del 29/09/2021

MANTOVA. Sedici segnalatori, installati in punti strategici, che creano un percorso sicuro e fruibile da persone con disabilità visiva, affinché possano muoversi a piedi in autonomia e senza rischi. Da alcune settimane a Mantova è attivo il sistema Letismart, sviluppato grazie alla sinergia tra Comune, Unione italiana ciechi (Uic) e Lions.

Funziona attraverso un piccolo dispositivo elettronico, pesante appena otto grammi, che viene applicato al bastone bianco usato solitamente da ciechi e ipovedenti. Grazie ad appositi radiofari collocati lungo strade e piazze, permette di indicare, ad esempio, la presenza di attraversamenti pedonali, luoghi d'interesse e cantieri. Il sistema è nato a Trieste, dov'è stato sperimentato su mezzi pubblici e semafori. Ora è arrivato a Mantova, seconda città d'Italia a metterlo in atto e prima in Lombardia.

«Vogliamo rendere Mantova accessibile a tutti, soprattutto alle persone diversamente abili - afferma Nicola Martinelli, assessore comunale ai Lavori pubblici -. Letismart è un progetto importante e rappresenta un punto di partenza. Attraverso la sinergia con l'Uic abbiamo realizzato un percorso che parte dalla sede dell'associazione e si snoda nel centro storico. Lungo il cammino sono segnalati punti significativi come il municipio, l'ufficio postale e altri luoghi chiave. È una questione di civiltà e la tecnologia oggi svolge un ruolo chiave perché consente di realizzare cose impensabili fino a qualche anno fa».

«L'associazione ha creduto fin dall'inizio in questo progetto e ci siamo impegnati molto per realizzarlo - spiega Mirella Gavioli, presidente dell'Uic di Mantova -. Il sistema può essere ampliato in vari modi per aumentarne la funzionalità. Il prossimo passo è installarlo sui mezzi pubblici, per permettere alle persone con disabilità visiva di individuare il proprio autobus e prenotare la fermata. Inoltre vogliamo applicarlo sui semafori. Le potenzialità future sono tante, perciò bisogna coinvolgere istituzioni e soggetti privati del territorio».

di Roberto Dalla Bella

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