La Repubblica del 05.02.2020
MILANO. «Voi sarete i nostri occhi». Questo il patto stretto tra i tifosi non vedenti del Milan e i cronisti di Radio Rossonera, che dal 19 maggio 2019 raccontano le partite casalinghe del club agli appassionati ciechi e ipovedenti. L'iniziativa "San Siro per tutti", la prima di questo genere in Italia, è stata fortemente voluto da Ivan Gazidis, amministratore delegato e direttore del Milan, e riserva dieci posti (più altri dieci per gli accompagnatori) alle persone non vedenti e ipovedenti che, con radiolina e auricolari, possono godere a pieno dell'atmosfera della Scala del Calcio. «Abbiamo studiato l'esperienza degli stadi nordeuropei e soprattutto inglesi, dove tutto ciò è normale » racconta Martino Roghi, corporate social responsibility nanager del Milan e responsabile del progetto. «Il primo passo è stato quello di consultare l'Istituto dei ciechi di Milano e la UEFA. Abbiamo quindi trovato i posti nel primo anello arancio: più vicino possibile al campo, perché i tifosi vogliono sentire l'emozione del match, ma allo stesso tempo lontani dalla Curva Sud, in modo da non interferire con l'audio-descrizione». La cronaca è a cura di Radio Rossonera, che dalla tribuna stampa utilizza microfoni che emettono segnali radio, captati in presa diretta dagli auricolari consegnati agli appassionati. «In questo modo il segnale arriva tempestivamente e si evita quel ritardo nella comunicazione che rovinerebbe tutto».
Francesco Cusati, dell'Istituto dei ciechi, è un tifoso rossonero e un assiduo frequentatore di San Siro: «Andavo allo stadio quando ancora vedevo, poi ho perso la vista, e ho smesso di divertirmi. Non riuscivo a godermi l'esperienza, perché la cronaca della radio arrivava in ritardo rispetto alle azioni. Sentivo il pubblico esultare prima del gol. A volte c'era un amico che cercava di raccontarmi il match, ma come si fa? Non era un professionista». Il Milan ha quindi proposto all'Istituto l'idea dell'audio-descrizione. «Ci abbiamo lavorato per alcuni mesi - prosegue Cusati - . Adesso sfruttando le frequenze a circuito chiuso, la cronaca è simultanea: ci vengono descritti il contesto, gli spalti, le coreografie della Curva Sud. Si capisce perché il pubblico rumoreggia».
Sugli spalti con Francesco, c'è il piccolo Alessandro Ravelli, che accompagnato dal padre Stefano non si perde una partita. È timido, ma quando il Milan segna tira fuori tutta la grinta e la gioia di un bambino di dieci anni. Una fila più in basso invece Massimiliano vive la partita come faceva una volta in Curva Sud: «Ero un ultrà, seguivo la squadra anche in trasferta. Quando ho iniziato a perdere la vista non sono più andato allo stadio. Adesso grazie a questa iniziativa sono tornato a San Siro, ed è bellissimo. È vero, la partita la puoi seguire anche da casa, ma solo qui puoi provare l'adrenalina.
di Alessia Conzonato
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