Avvenire del 03.07.2020
APPELLO DEI SINDACATI AL GOVERNO. C'è una categoria doppiamente penalizzata dall'emergenza coronavirus. Si tratta delle persone con disabilità che, oltre a subire più pesantemente gli effetti del blocco e dell'isolamento in questi mesi di pandemia, rischiano di vedere ulteriormente frustrata la loro aspirazione a una piena partecipazione e inclusione lavorativa.
Già da metà marzo, l'articolo 40 del Decreto legge n.18 ha infatti stabilito la sospensione per due mesi degli obblighi connessi agli adempimenti relativi al collocamento mirato, previsto dalla legge 68 del 1999. Bloccate, in sostanza «(...) le procedure di avviamento a selezione... nonché i termini per le convocazioni da parte dei centri per l'impiego per la partecipazione ad iniziative di orientamento». E l'articolo 76 del Decreto Rilancio ha poi aggiunto altri due mesi di sospensione degli stessi obblighi, arrivando così fino alla fine di luglio.
Una situazione particolarmente difficile quella per i disabili, dunque, su cui Cgil, Cisl e Uil hanno sollecitato il governo a confrontarsi e intervenire. «Abbiamo chiesto unitariamente al Ministero del Lavoro di istituire un tavolo tecnico per rilanciare con provvedimenti concreti, sostenuti da risorse adeguate, le politiche occupazionali per le persone con disabilità - spiega Nina Daita, responsabile nazionale delle politiche a favore dei disabili della Cgil -. Già prima della pandemia, infatti, erano quasi 800mila gli uomini e le donne con disabilità iscritti al collocamento obbligatorio. E ora non sappiamo neppure quantificare quanti altri abbiano già perso o perderanno nei prossimi mesi il lavoro». Il primo obiettivo dei sindacati, quindi, è che nella discussione sul Decreto Rilancio rientrino anche le persone con disabilità e che il confronto con il ministero del Lavoro porti a potenziare la formazione mirata e i servizi di inserimento lavorativo per le persone con disabilità. (F.Ricc.)
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