Giornale di Brescia del 06/07/2018
Disservizi
I due non vedenti «combattono» alla stazione Sia ogni giorno: «La sintesi vocale ci aiuterebbe» Molto spesso vengono aiutati da qualche volenteroso ma la situazione di disagio va avanti da tempo
Amedea Ziliani «Il pullman per Monticelli Brusati partirà dal settore quattro». Così si legge sui cartelli luminosi della fermata Sia di Brescia, a fianco della Stazione dei treni. L'informazione si può soltanto leggere. Nessuna voce ad annunciarlo, nessun cartello in rilievo a dare indicazioni. «E noi come facciamo? Ci affidiamo al caso o alla gentilezza di qualche passante» raccontano Luca Daniele Bersini e Michele Bersini (curiosamente non sono parenti) , non vedenti, alle prese con quella che dovrebbe essere un'azione quotidiana: prendere un autobus per tornare a casa. Un'unica strada divisa solo da un marciapiede e più di dieci i settori in cui i mezzi arrivano e partono. «Riesco spesso a cavarmela - continua Michele, 26 anni, ipovedente dalla nascita nonché unico istruttore non vedente di difesa personale e krav maga-. Il mezzo che mi riporta a Travagliato parte sempre dallo stesso punto, in fondo. Io vado finché non sento che è finito il marciapiede e so di essere arrivato. Non dico che mi va bene così ma, se io mi arrangio, chi invece deve cambiare marciapiede o numero perché il suo autobus parte ad ogni momento in punti diversi come fa?». Richiesta. «Almeno la voce che annuncia dove sto andando sarebbe una gran soluzione». A parlare questa volta è Luca, 50 anni, che ha perso la vista in seguito a un glaucoma pochi anni fa e, insieme a Michele, fa parte dell'Unione italiana ciechi e ipovedenti. «Sappiamo che le scritte ci sono ma... se vedessimo non avremo di questi problemi. Magari troviamo il punto giusto ma dobbiamo aspettare due ore. Mica ci possiamo spostare di lì per andare a prendere un caffè nel mentre, se no chi lo ritrova più?». La situazione, a quanto pare, si trascina da più di un anno nonostante le diverse segnalazioni alla Sia: «Fino a un anno fa la sintesi vocale si sentiva, poi sempre meno o a scatti. Poi il nulla. Tramite la sezione contro le barriere architettoniche dell'Unione abbiamo fatto più volte presente la situazione. Hanno anche risposto che avrebbero provveduto, ma ancora nessun cambiamento. Ogni tanto il proprietario del bar all'angolo, se ci vede arrivare, ci viene a prendere e ci aiuta. Provate a bendarvi, poi fateci sapere dove dobbiamo venirvi a recuperare». Non solo la voce, però, aiuterebbe Luca e Michele, così come tutti i viaggiatori non vedenti. Sui marciapiedi niente indica l'arrivo o la partenza, nessun percorso da seguire, nessun cartello tattile. «Che si prenda esempio dalla metro: davanti alle porte sono stati messi dei bulloni, per noi molto comodi. Così come indicazioni in rilievo e in braille. Incollatene un paio anche in corrispondenza dei numeri qui, almeno non finiamo dall'altra parte della provincia». Raccontano con leggerezza le loro avventure, Luca e Michele, ma da ridere non c'è proprio nulla. Così come non si può contare sempre sulla presenza di qualcuno pronto ad aiutare in caso di necessità. «Rendiamoci conto di quello che esattamente stiamo chiedendo -conclude Luca-. Nessuno è qui a pretendere che ci sia una persona con microfono e altoparlante, da mattina a sera, che comunichi le informazioni necessarie a prendere il pullman. La sintesi vocale è un semplice programma. All'Unione ho fatto anche il corso informatico Ecdl apposta, se serve glielo installo io. Che ci vorrà mai?».
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