martedì 18 dicembre 2018

Storia di Francesco, sordocieco e guerriero che non ha smesso di sognare

Today.it del 03-12-2018

Presidente del Comitato delle Persone sordocieche della Lega del Filo d'Oro, Francesco Mercurio racconta a Today gli ostacoli da affrontare tutti i giorni e cosa si potrebbe fare di più.

Francesco Mercurio vive a Osimo ed è Presidente del Comitato delle Persone sordocieche della Lega del Filo d’Oro.

In Italia vivono oltre 189mila sono sordocieche. Alla disabilità sensoriale si accompagnano spesso altre minorazioni di tipo motorio, intellettivo o neurologico. Uno studio condotto nel 2015 dall'Istat per la Lega del Filo d'oro sulla sordocecità in Italia - il primo mai realizzato- registrò che per più della metà di loro il semplice uscire di casa rappresentava un problema insormontabile e ancora di più lo era utilizzare mezzi di trasporto per accedere ad edifici pubblici come scuole e ospedale.

Francesco Mercurio è cieco dalla nascita e all'età di dieci anni è diventato sordo. Si è laureato in giurisprudenza con il massimo dei voti, vive da solo e lavora. È presidente del Comitato delle Persone sordocieche della Lega del Filo d'Oro, la onlus che da più di cinquant'anni è impegnata a fianco delle persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali e delle loro famiglie.

"Gli ostacoli che incontro io, come le persone sordocieche in generale, riguardano soprattutto la possiblità di spostarsi in autonomia e la comunicazione", racconta Francesco Mercurio a Today in occasione della 25° Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, perché "non si può socializzare, non si può andare in pubblico ufficio – magari sovraffollato – se non si riesce, anzitutto, ad andarci e a spostarvisi in maniera efficace, e poi a comunicare".

"Serve un cambiamento di cultura e mentalità"

"Per risolvere questi problemi, bisognerebbe potenziare i servizi di assistenza, rafforzare i progetti di vita indipendente ed inserirli tra i livelli essenziali di assistenza (LEA), fare corsi per i dipendenti pubblici affinchè imparino a relazionarsi correttamente con le diverse disabilità da cui possono essere affetti i cittadini… Sono tante le cose che si potrebbero fare, ma una, la più importante, è un cambiamento di cultura e di mentalità".

In Italia, ricorda Francesco, siamo fermi alla legge numero 4 del 9 gennaio 2004, la cosiddetta "Legge Stanca" che definisce i requisti in tema di accessibilità dei sistemi informatici a cui devono sottostare pubbliche amministrazioni, enti pubblici economici, municipalizzate regionali e aziende private concessionarie di servizi pubblici e/o appaltatrici di servizi informatici. "Andrebbe aggiornata, potenziata e attuata sempre. Bisognerebbe stabilire l’obbligo, non solo per gli enti della pubblica amministrazione ma per tutti i siti convenzionati e per tutti gli incaricati di pubblici servizi, di ispirarsi sempre ai principi della cosiddetta progettazione universale per permettere a tutti la piena accessibilità".

Innovazione tecnologica e nuove barriere.

"L’innovazione tecnologica ha cambiato la vita di tutti noi", ricorda Mercurio. "Per noi ciechi, è stata la fine della dipendenza da un mediatore che leggesse per noi e scrivesse – sotto dettatura o trascrivendolo dal braille – con tutte le limitazioni e possibili interpolazioni del mediatore. Questo ci ha regalato una privacy, ci ha permesso di corrispondere in autonomia anche con chi non conosce il braille, mi consente di leggere le sue domande e di rispondere in autonomia". Tuttavia, chiarisce, "quella stessa innovazione tecnologica crea nuove barriere: formati inaccessibili, uso sempre più diffuso delle immagini che sostituiscono il testo scritto e touchscreen sono gli ostacoli che quotidianamente un cieco e un sordocieco affronta nel mondo moderno".

"I miei hanno sempre cercato di fare del proprio meglio, pur non avendo le conoscenze e gli strumenti necessari per affrontare una disabilità come la mia, che prima era solo cecità e poi è diventata sordocecità - ricorda Francesco - Molti ci hanno aiutato, altri no; qualcuno ci è stato vicino, qualcuno meno… Fondamentale è stato l’incontro con la Lega del Filo d’Oro: adolescente e da poco diventato sordocieco, lì finalmente ho capito di non essere solo".

Nel 1996 la Onlus ha aperto una sede territoriale nell'istituto per ciechi Domenico Martuscelli di Napoli frequentato all'epoca da Francesco. Grazie a loro, dice, "ho imparato un nuovo sistema di comunicazione (nel mio caso, il metodo Malossi), ho scoperto ausili che non conoscevo come il display braille, ma soprattutto ho ricevuto uno straodinario sostegno morale, ho trovato la mia identità di sordocieco, ho scoperto che non ero solo, che c’era un’associazione anche per quelli 'ibridi’ – troppo sordi per essere 'solo’ ciechi e troppo ciechi per diventare 'solo’ sordi".

Traguardi da raggiungere sempre più importanti.

Dieci anni fa, nel 2008, Francesco Mercurio si è laureato in giurisprudenza, per aiutare la sua causa. La sua tesi infatti si è focalizzata sulla "tutela delle persone disabili nella Costituzione e nella normativa di attuazione", per approfondire i temi del diritto allo studio, al lavoro, all'accessibilità ai servizi per le persone con deficit sensiali e/o motori. Nel 2011 ha vinto poi il Premio “Giuseppe Sciacca”- categoria Giovani, dedicato alla propensione al sociale, alla solidarietà e al mondo del volontariato e istituito in memoria del giovane studente morto per incidente e distintosi nella vita per i suoi alti valori morali.

Una vita piena di difficoltà eppure anche di traguardi, quella di Francesco. "La laurea, mi verrebbe da dire, il più sofferto, il più sudato, il più ambito. Ma anche gli altri numerosi traguardi non sono da meno, ciascuno nel proprio ambito e nel proprio ordine d’importanza. Sono fiero di avere un lavoro, ma anche di vivere da solo, ma pure di aver imparato ad andare a cavallo, e dove lo mettiamo il volo in deltaplano a motore?... Beh, forse il traguardo di cui posso andare più fiero è quello di aver compreso che non bisogna mai smettere di sognare; che ogni traguardo, per importante che sia, non è un punto d’arrivo, ma un punto di partenza per un nuovo traguardo più importante".

di Chiara Cecchini

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