La Provincia Pavese del 07/10/2020
PAVIA. Non usa mezzi termini, Luigi Verde, per definire la situazione: «Indegna», «inaccettabile dal punto di vista sindacale e umano». Il riferimento è alla mancanza di insegnanti di sostegno in gran parte delle scuole della provincia, a venti giorni dell’avvio dell’anno: «Siamo all’inizio di ottobre e solo il 30% dei posti è stato coperto – spiega il segretario provinciale della Uil scuola – ci sono alcuni ragazzi diversamente abili che non possono nemmeno andare a scuola, altri sono affidati agli insegnanti delle materie che ovviamente non hanno una preparazione specifica e sono essi stessi in condizioni di forte disagio. Ma così è difficile anche garantire la sicurezza dei ragazzi».
I numeri, in base all'ultimo rilevamento fatto dalla Uil scuola: «Mancano 400 posti nelle primarie, una cinquantina nelle scuole dell’infanzia, 450 alle medie e 300 alle superiori». Il problema della carenza di insegnanti di sostegno viene da lontano: «Le colpe non sono certamente solo di questo governo, ma anche quest’anno nonostante le richieste dei sindacati è mancata, da parte della ministra, la volontà di affrontare la situazione, formando gli insegnanti. Abbiamo la legge sull'integrazione dei disabili più bella del mondo, ma poi non siamo in grado di applicarla».
Come negli anni passati, si proverà a mettere una toppa con l’assegnazione delle supplenze: «Ma ci vorrà del tempo, tra ufficio scolastico provinciale e le scuole che dovranno chiamare gli insegnanti». Quest’anno tra l’altro avrà la precedenza chi pur non essendo abilitato al sostegno lo ha comunque svolto per almeno tre anni. «C’è anche chi lo fa da molti più anni – dice Verde – ma questa esperienza sul campo non è valida, secondo il ministero, per abilitarli. Si sarebbe potuto pensare a un concorso riservato per queste persone, oppure a un corso breve, di sei mesi, per far sì che fossero assunti a tempo determinato». Questo perché gli attuali corsi biennali delle Università non abilitano un numero sufficiente di insegnanti: «Ma anche in questo caso è il ministero che deve intervenire, autorizzando più corsi».
di Luca Simeone
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