Gazzetta di Mantova del 09/10/2020
Per favorire l’inclusione delle persone con disabilità a bordo dei mezzi pubblici, APAM ha avviato un progetto con le associazioni Anffas, Aism, Aipd, Uici, X Fragile e Spazio Autismo (Solco), affidando loro un modulo di formazione dei dieci aspiranti autisti che l’azienda sta preparando alla professione.
MANTOVA. Guidare un autobus? Non si tratta solo di saper girare il volante e allenare l’occhio alle proporzioni del mezzo. «Guidare un autobus ti mette in relazione con gli altri – scandisce l’amministratore delegato di Apam, Claudio Garatti – e in questa relazione, che è complessa, sta il senso del mestiere. Chi sono gli altri? Una pluralità di utenti, a bordo e fuori. Passeggeri, ciclisti, pedoni». Gli stessi viaggiatori appartengono a una famiglia larga. Così, per favorire l’inclusione delle persone con disabilità a bordo dei mezzi pubblici, Apam ha avviato un progetto con le associazioni Anffas, Aism, Aipd, Uici, X Fragile e Spazio Autismo (Solco), affidando loro un modulo di formazione dei dieci aspiranti autisti che l’azienda sta preparando alla professione. Oltre alla parte teorica, in aula, «estremamente coinvolgenti si sono rivelati i laboratori sensoriali svolti in prossimità di un autobus – riferisce APAM – con i dieci allievi autisti invitati a sperimentare in prima persona gli ostacoli che nella quotidianità si possono presentare a persone cieche e ipovedenti».
«Si tratta di un progetto pilota, interessantissimo – interviene Laura Delfino, a nome del gruppo di lavoro di “Vivi-amo Mantova”, che abbraccia e coinvolge le associazioni di cui sopra – L’obiettivo era far conoscere ai futuri autisti cos’è l’inclusione e sensibilizzarli all'universal design, la progettazione universale». La chiave? Sta nel mettersi nei panni di chi ha un funzionamento diverso, senza pietismi di ritorno. Non può essere solo questione di buon cuore.
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