Il Corriere della Sera del 17-09-2018
Aumenta la richiesta ma calano gli specializzati. E dopo 5 anni molti lasciano o si trasferiscono.
MILANO. In una scuola come l'istituto Maffucci, con 1500 studenti fra elementari e medie, zona Bovisa, all'appello quest'anno mancavano 43 insegnanti di sostegno, la preside ad oggi ne ha reclutati la metà ma resta fiduciosa: «Ci sarà un aggiornamento della graduatoria, riusciremo a coprire altri posti». All'istituto Lagrange, su 45 posti di sostegno assegnati per 95 disabili, ad oggi ce ne sono solo 19. «Aspettiamo i supplenti, c'è urgenza, e si aggiungono casi gravi -- sottolinea la preside Neva Cellerino --. L'anno scorso ad esempio la scuola ha organizzato anche un progetto domiciliare per una studentessa leucemica e un programma speciale per un ragazzo cefalalgico».
Trovare maestri e professori specializzati da inserire nelle classi con studenti disabili è la missione impossibile delle scuole milanesi. La domanda sale ogni anno, aumenta il numero delle certificazioni presentate dalle famiglie, aumentano i posti in deroga che i provveditorati devono coprire (per sentenza della Corte Costituzionale), mancano però i candidati. Quest'anno trovarli è ancora più complicato. Lo hanno denunciato anche i sindacati alla ripresa delle lezioni: «Servono già seimila supplenti. Anche per le nuove regole sulla mobilità: in 2500 hanno lasciato la cattedra nelle scuole milanesi perché hanno potuto ottenere un'assegnazione provvisoria su posti di sostegno, anche senza titolo, in Calabria, Campania, Sicilia», ha comunicato la Cisl. Al Maffucci se ne sono andate così quattro maestre delle elementari e due professori delle medie. «E i posti da coprire sono soprattutto quelli sul sostegno», dice la preside.
L'Ufficio scolastico regionale ha presentato il dossier sulla scuola in Lombardia all'avvio del nuovo anno ed ecco i numeri della provincia di Milano: su 363 mila studenti i disabili sono 13.281 e i posti di sostegno 4.562 più 2.640 con le deroghe (nel 2017 erano 4.562 più 2.357). «Il Ministero prevede settemila posti perché va garantita la presenza di un docente ogni due studenti disabili. Molti però saranno coperti da insegnanti senza una preparazione specifica perché mancano specializzati -- spiega un dirigente del provveditorato --. Il punto è che il sistema "perde": tanti precari che entrano come insegnanti di sostegno perché è una strada per l'assunzione ma dopo cinque anni cambiano».
Dalle associazioni delle famiglie con ragazzi disabili arriva un doppio appello: «Occorre investire risorse per sostenere l'inclusione. E anche rilanciare la professione dell'insegnante di sostegno -- dice Marco Rasconi, presidente della Ledha a Milano --. Ormai l'emergenza è nazionale, ne mancano 40mila, anche se quest'anno sono 13mila in più».
Intanto le lezioni sono riprese così al Maffucci: «Gli studenti disabili sono comunque accolti tutti. Non lasciamo a casa nessuno -- dice Barbirato --. Cerchiamo di garantire la migliore assistenza possibile utilizzando anche gli educatori, in attesa di trovare gli insegnanti». Al Lagrange Neve Cellerino: «Per ora abbiamo supplito distribuendo le ore di sostegno su tutti gli studenti che hanno bisogno, ma certo è urgente strutturare una organizzazione definitiva e completa».
Sul fronte degli educatori e dei servizi di trasporto, dall'anno scorso in capo alla Regione (e non più alla Città Metropolitana), spiega l'assessore al Bilancio del Pirellone, Davide Caparini: «La spesa complessiva sarà di 30 milioni, in linea con il 2017. Di questi 13 vengono messi a disposizione dallo Stato e 17 da noi. Abbiamo faticato molto per trovare le risorse spostandole da altri capitoli di spesa, perché i criteri di riparto hanno penalizzato molto la Lombardia», assicura. L'anno scorso la Regione ha preso in carico 6352 studenti (80% bisognosi di educatori per assistenza alla persona, il resto aveva diritto ai servizi di trasporto): «Garantiremo a tutti gli alunni disabili il necessario anche se la puntualità è una sfida perché le certificazioni arrivano anche in corso d'anno, e ad oggi non è possibile avere dati definitivi», conclude l'assessore.
Le difficoltà ci sono, non indifferenti e il fronte dell'accoglienza e del sostegno resta cruciale.
di Federica Cavadini, Elisabetta Andreis
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