La Pinacoteca Molajoli di Fabriano diventa tattile, sabato l'attesa inaugurazione
Viaggio dal 200 al 400, sette opere della collezione dedicate e pensate per i non vedenti.
FABRIANO. Una nuova dimensione per la pinacoteca civica di Fabriano, una dimensione tattile per rendere accessibile il museo anche ai non vedenti. Saranno 7 le opere della collezione storica dedicate e pensate per i non vedenti, per condividere (e toccare) la bellezza dei tesori della Pinacoteca Molajoli. Debutterà sabato alle 16 in concomitanza con le giornate europee del Patrimonio previste per sabato e domenica, il percorso tattile.
Le opere presentate.
Queste le opere, che da sabato saranno presentate, per un viaggio tra 200 e 400. Dal 200 ecco arrivare l'opera del Maestro di Sant'Agostino, con l'affresco (staccato, proveniente dall'ex convento di Sant'Agostino) raffigurante la consegna della regola agli eremitani. Salto in avanti di un secondo con la Madonna col Bambino, Santa Lucia, Santa Caterina d'Alessandria e Sant' Emiliano. L'opera del Maestro di Sant'Emiliano è un affresco proveniente dalla vicine abbazia di Sant'Emiliano in Congiuntoli. Ancora 300 con Puccio di Simone con il Sant'Antonio abate tra i devoti, Francescuccio di Cecco Ghissi con la Madonna dell'Umiltà e poi il trittico di Allegretto Nuzi: San Nicola da Tolentino, Sant'Agostino e Santo Stefano. Altro balzo di un secolo, per atterrare nel 400 con il Mestro di Staffolo. L'opera scelta per essere tradotta in rilievo per non vedenti è il trittico raffigurante la Vergine col Bambino, San Giovanni Battista e santa Caterina. Ultima opera scelta la Dormitio Virginis di Antonio da Fabriano.
Il ruolo di Archeomega.
Il percorso è nato dalla collaborazione tra Archeomega e la docente fabrianese Rosa Martellucci, non vedente e insegnante di inglese in un liceo classico di Perugia. Un supporto tecnico importante anche per la resa del percorso dedicato proprio ai non vedenti. Al progetto hanno lavorato anche i ragazzi del liceo scientifico Volterra impegnati nell'alternanza scuola/lavoro ed una tirocinante dell'università di Macerata. Una tecnica complessa ha permesso all'opera quasi di prendere vita e di essere riprodotta a rilievo. In questa fase preliminare sono state selezionate alcune opere, realizzate a mano in maniera funzionale a garantirne la migliore leggibilità, sia ponendo l'accento sugli aspetti più significativi, sia risaltando alcuni dettagli rilevanti. I soggetti di affreschi, tavole e tele, una volta riprodotti, acquisiscono la terza dimensione attraverso un fusore Zi-fuse che pone in rilievo le parti scure dell'opera stampata su un apposito supporto cartaceo. Opere poi accompagnate da una testo in braille per la conoscenza dell'opera.
di Saverio Spadavecchia
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