Exibart.com del 11-09-2018
Intervista a Serena Ruffato, CEO di Tooteko, la start up veneta che combinando tecnologia, storytelling e esperienza tattile, mostra ai disabili visivi le opere d’arte.
Qual è la storia di Tooteko? Come è nata l’idea?
Tooteko nasce nel 2013 come progetto di tesi del Master in Architettura Digitale allo IUAV di Venezia.
Durante l’anno mi ero appassionata alle tecnologie di scansione e stampa 3D e alla prototipazione rapida con Arduino. Volevo trovare una applicazione che potesse concretamente cambiare la vita alle persone, mi sono casualmente imbattuta in un progetto di esperienza tattile per non vedenti e qui è nata l’idea: applicare a modelli 3D dei sensori che consentissero di rendere "parlanti” le opere d’arte.
L’idea era di per sé banale, ma dopo brevi indagini mi sono resa conto che non esisteva nulla di simile.
Insieme a Fabio D’Agnano, direttore del master, abbiamo cominciato a sviluppare i primi prototipi e abbiamo applicato a diversi concorsi per startup. In pochi mesi abbiamo vinto numerose competition grazie alle quali abbiamo potuto testare l’idea e migliorare la tecnologia.
Ci puoi spiegare la tecnologia che c’è dietro Tooteko? Come funziona esattamente?
Tooteko si basa su tre componenti principali: un supporto tattile tridimensionale, un anello hi-tech basato sulla tecnologia NFC e una app per smartphone.
Mentre le mani esplorano la superficie del supporto, l’anello individua degli speciali sensori NFC che vengono applicati in punti strategici dell’opera e invia allo smartphone delle informazioni audio descrittive.
In questo modo si può far corrispondere all’esperienza tattile delle descrizioni specifiche rispetto a ciò che sto effettivamente toccando. Una tecnologia inclusiva, pensata per non vedenti e ipovedenti ma che può essere utilizzata da tutti come esperienza multisensoriale che consente di "vedere” da un altro punto di vista un’opera d’arte.
So che avete ricevuto il Seal of Excellence, il riconoscimento dell’Unione Europea che attesta l’eccellenza dei progetti che partecipano ai bandi innovativi Horizon 2020.
L’Unione Europea sta investendo molti fondi su tecnologie inclusive e sulla cultura. Avvertiamo una sensibilità sempre maggiore anche da parte di Istituzioni, Musei e Siti Culturali, che si stanno adoperando per rendere accessibili i propri spazi e collezioni. Questo riconoscimento prestigioso è per noi motivo di orgoglio ma allo stesso tempo è una grande responsabilità. Stiamo investendo fondi in Ricerca e Sviluppo per far sì che questa tecnologia possa essere all’altezza delle aspettative e ci auguriamo che possa diventare il veicolo per l’avvicinamento al mondo della cultura non solo per alcune categorie di persone, bensì per tutti. Uno strumento multimediale e multisensoriale "design for all”
Tooteko è stato presentato nella primavera del 2017 al Museo dell’Ara Pacis, in occasione di Art For the Blind . Ci sono in programma nuovi progetti che riguarderanno l’estero?
"Art for the Blind” all’Ara Pacis è stato il primo progetto sperimentale per Tooteko. Durante il percorso di validazione del sistema, sono state coinvolte numerose persone e istituzioni, che ci hanno consentito di evidenziare i punti di forza e di debolezza del sistema. Abbiamo utilizzato questi feedback per migliorare la parte hardware e software e per rivedere l’idea di business e i prodotti/servizi offerti.
Oggi la nostra tecnologia è presente al Museo Archeologico di Massa Marittima in Toscana, al Sito Archeologico Lu Brandali in Sardegna ed è tecnologia abilitante del progetto VIBE, Voyage Inside a Blind Experience, itinerante tra Siena, Cork (Irlanda) e Zagabria (Croazia).
Abbiamo ampliato l’offerta destinata al mercato museale, integrando il sistema audio-tattile con prodotti/servizi hi-tech che spaziano dalla scansione 3D e stampa 3D fino al videomapping e sviluppo di applicazioni multimediali.
L’obiettivo è esportare la tecnologia all’estero, abbiamo già attivato i primi contatti con istituzioni in Inghilterra, Francia e America per cui a breve si sentirà parlare di Tooteko anche oltre oceano.
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