Diario del Web del 17-09-2018
I consigli dell'esperto. La scarsità di controlli della vista nei bambini rende difficile capire se c'è un problema. Eppure ci sono difetti visivi per 1 bambino su 4. L'importanza della visita oculistica.
Le scuole sono ormai iniziate per tutti. Tra le mille faccende da sbrigare può sempre sfuggire qualcosa. E nella lista delle cose da portare a scuola, insieme a zaino, quaderni, penne e matite, libri e quant’altro non dovrebbe tuttavia mancare un appuntamento fondamentale: quello dell’esame della vista. Perché, nonostante sia uno dei beni più preziosi, solo il 50% dei bambini è stato sottoposto a una visita oculistica prima dei 12 anni (dati USA). In Italia il 70% dei genitori segue le raccomandazioni e porta il bambino dall’oculista intorno ai 3 anni ma il 30% rimane fuori dai controlli. Inoltre, dopo il primo check up non ci sono visite successive a meno che il piccolo non riferisca qualche problema o genitori e insegnanti non si accorgano di qualche segnale.
I problemi alla vista però sono molto diffusi.
Nonostante i numeri sulla scarsità dei controlli della vista, si stima che un bambino su 4 (il 25%) abbia un problema visivo che può interferire con l’attenzione, la capacità di lettura, l’apprendimento e lo sport. «Sono molti i bambini che convivono con un disturbo della visione – spiega Luciano Quaranta, Specialista in Oftalmologia e Responsabile del Centro per il Glaucoma degli Spedali Civili di Brescia – in età prescolare vede male un bambino su 20, mentre dopo i 6 anni il problema balza a 1 su 4. La miopia, per esempio, che interessa il 25% della popolazione, insorge tra i 12 e i 14 anni. L’ipermetropia invece è diffusa tra i piccolissimi mentre a 17 anni interessa lo 0,5% dei ragazzi. Gli screening visivi proposti nelle scuole – prosegue lo specialista – possono non essere sufficienti e indurre un falso senso di rassicurazione. È più opportuno seguire il calendario dei controlli previsti a 6 e 12 mesi e poi a 3 e 6 anni con controlli periodici ogni due anni. Anche i bambini infatti sono colpiti da miopia, ipermetropia, astigmatismo, strabismo ecc. L’ambliopia per esempio è piuttosto comune già prima di due anni colpendo il 2-3% dei bambini».
Il ruolo dei genitori.
L’osservazione da parte dei genitori è preziosa: verificare se gli occhi sono in asse o se invece presentano uno strabismo anche lieve, accorgersi se il bambino strizza gli occhi di frequente o ha scosse irregolari degli occhi, riferisce mal di testa o fastidio alla luce, lacrima o ha bruciore oppure reclina la testa o avvicina gli occhi al foglio mentre fa i compiti o disegna sono segnali importanti che devono portare ad un controllo oculistico. Alcuni problemi devono infatti essere corretti tempestivamente per evitare che si stabilizzino. «I genitori – conclude il Professor Quaranta – spesso credono che lo strabismo sia destinato a risolversi spontaneamente ma non è sempre così, come spesso il mal di testa in età pediatrica è causato proprio allo sforzo effettuato dagli occhi di accomodare la visione e compensare ad esempio un difetto di vista. Il bambino che non vede bene infatti fa uno sforzo per mettere a fuoco le immagini e in questo modo affatica gli occhi».
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