Redattore Sociale del 26.11.2019
Presentato nell'ambito del Torino Film Festival il documento di Cinemanchìo e +Cultura accessibile, che intende migliorare l'offerta culturale cinematografica senza barriere. “Tutti devono poter fruire in sala in particolare dei film italiani che ricevono finanziamenti pubblici”.
TORINO. È stato presentato stamattina, nell'ambito del Torino Film Festival, all’interno della Mole Antonelliana, il Manifesto per l’accessibilità e la fruizione in autonomia del patrimonio culturale cinematografico, che stabilisce le linee guida per assicurare l’esperienza cinematografica alle persone con disabilità e risolvere le criticità emerse anche dopo l’inserimento nella Legge 220/16 sul cinema dell’obbligatorietà della resa accessibile per i film italiani.
Il Manifesto è frutto della sinergia tra due realtà impegnate nel campo della cultura per tutti: da un lato il progetto Cinemanchìo, dall'altro l'associazione +Cultura Accessibile. Nonostante i progressi legislative e le numerose iniziative realizzate negli ultimi anni per rendere l'esperienza cinematografica fruibile a tutti, numerose restano le problematicità e le barriere: di fatto, per molti cittadini disabili andare al cinema resta un miraggio.
Il Manifesto vuole quindi anche aiutare le istituzioni a identificare con maggiore attenzione esigenze e scenari che possano determinare il riconoscimento di un diritto. “I film italiani che in particolare ricevono finanziamenti pubblici, vengono prodotti grazie alle risorse provenienti da tutti i cittadini - si legge nel Manifesto - È necessario quindi che tutti possano fruire della visione del film nelle sale cinematografiche”. È proprio questo il principio su cui si è sviluppato il confronto e il lavoro sinergico di +Cultura Accessibile e Cinemanchìo.
Il Manifesto.
Il percorso inclusivo delineato nel Manifesto vuole accompagnare produttori, distributori ed esercenti, gradualmente, a introdurre strumenti tecnologici e pratiche di accoglienza nei luoghi dell’offerta cinematografica. Obiettivo è sviluppare, accanto all’utilizzo di strumenti tecnologici e buone pratiche, la produzione di un percorso per l’alfabetizzazione e la cultura cinematografica, in quanto elemento imprescindibile per raggiungere l’obiettivo della vera accessibilità e dell’autentica inclusione in uno scenario complessivo di rilancio del cinema italiano.
Al fine di coordinare il lavoro di formazione, informazione e di costante comunicazione con tutti i cittadini, le associazioni istituiranno una commissione permanente. che avrà il compito di supervisionare le diverse esperienze di accessibilità su tutto il territorio nazionale e nel caso segnalare e proporre elementi migliorativi per il perfezionamento dell’offerta.
Il modello di accessibilità al cinema.
Garantire maggiore accessibilità all’offerta in sala di opere cinematografiche italiane è il primo passaggio obbligato, necessario anche a generare e consolidare sensibilità sul tema e a sollecitare l’adesione spontanea delle imprese oggi non direttamente coinvolte. I titoli coinvolti saranno in prima battuta, tutti i film di nazionalità italiana. I produttori e distributori di ogni titolo saranno responsabili della realizzazione del master e della distribuzione delle copie digitali contenenti sia i sottotitoli in italiano sia le tracce audio necessarie alla fruizione dell’opera per le persone con disabilità sensoriali, realizzate con soluzioni tecnologiche in linea con gli standard di mercato.
Audiodescrizioni.
Qualunque sia la tecnologia a disposizione (codifica tramite DCP con decoder che trasmette il segnale al ricevitore con cuffie consegnato agli spettatori; oppure l’app scaricata direttamente dallo spettatore, con utilizzo del proprio dispositivo o di altro supporto se disponibile al cinema), le persone cieche o ipovedenti potranno usufruirne a loro scelta nelle sale predisposte e per i titoli disponibili in qualsiasi spettacolo della settimana.
Sottotitoli.
Ferma restando la preferenza obbligata per la proiezione di copie sottotitolate in italiano (cd. “captioning” con descrizione ambientale per non udenti), rispetto alle app per leggere i sottotitoli su adeguati supporti (forniti se disponibili dal cinema) oppure ad occhialini appositi (ancora in fase sperimentale), vanno definite modalità quelle che il manifesto indica come “modalità minime di impegno da parte degli esercenti sottoposti all’obbligo”. Ogni esercente dovrà quindi garantire almeno uno spettacolo a settimana sottotitolato, nel caso di monsala o bisala; almeno due proiezioni a settimana, quando il cinema ha da 3 a 5 schermi; almeno tre spettacoli a settimana (due film diversi) quando il cinema ha da 6 a 9 schermi; minimo quattro spettacoli a settimana (due film diversi) per i multisala con più di 10 schermi.
Questa prima regolamentazione sarà adottata a titolo sperimentale per i primi due anni, sulla base della stesura di un Protocollo d’intesa che le associazioni si ripromettono di sottoscrivere, sottoponendolo in via preliminare a una presa d’atto positiva da parte del Ministero dei Beni e delle Attività culturali (Direzione generale Cinema.
Adattamento ambientale.
Le proiezioni per persone con disabilità cognitive, in particolare per i ragazzi e i loro familiari e amici, non richiedono specifici investimenti tecnologici bensì l’impiego di accorgimenti tecnico-ambientali come: luci tenui, volume audio moderato, possibilità di movimento durante la proiezione. “Anche alla luce delle positive esperienze già poste in essere da uno dei principali circuiti nazionali - si legge nel Manifesto - le associazioni dell’esercizio promuovono contatti e intese tra le associazioni per la promozione dell’inclusione sociale e le Associazioni & Imprese di esercizio sul territorio, per consentire lo svolgimento di proiezioni periodiche dedicate, in particolare matinées di film per ragazzi. Le pratiche di adattamento ambientale così come le altre forme di facilitazione per l’accoglienza e l’attenzione verranno individuate anche sulla base delle specifiche esigenze provenienti dalle associazioni di categoria e sviluppate in collaborazione con l’organismo di coordinamento. Il Manifesto - si legge in chiusura - è stato ampiamente concordato con tutte le parti in causa, condiviso con le Istituzioni e verrà reso disponibile a tutti i cittadini italiani”. (cl)
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