Futuro prossimo del 03.11.2019
Un team di Stanford lavora ad un modo per mostrare ai non vedenti delle informazioni 3D come forme e oggetti grazie ad uno speciale display tattile.
L’uso di un computer con un software apposito, o in modalità accessibile, è un punto di partenza per i non vedenti che vogliono informarsi e comunicare. Ci sono però cose che non possono ancora essere trasmesse, come l’immagine di oggetti tridimensionali.
Un team dell’Università di Stanford lavora ad un modo per mostrare ai non vedenti delle informazioni 3D, come figure tridimensionali di un CAD o di programmi di modellazione. Gli studi hanno portato alla realizzazione di un prototipo di display tattile 3D composto da “pixel” tattili (Taxel?) che si alzano o si abbassano a seconda della forma da rappresentare.
Il progetto di ricerca è una collaborazione tra il capo del Laboratorio scientifico della Stanford Sean Follmer e gli studenti Alexa Siu e Joshua Miele, e ha lo scopo di sviluppare spazi comuni in cui persone non vedenti possano allargare la loro autonomia lavorativa svolgendo anche compiti che avrebbero richiesto la visione.
Il display tattile.
Il dispositivo è un rettangolo con 12 file di 24 piccole colonnine arrotondate che possono muoversi in alto ed in basso con molta precisione (da pochi millimetri ad alcuni centimetri) assumendo la forma di oggetti tridimensionali. I movimenti del sistema sono abbastanza rapidi da poter fornire rappresentazioni in tempo reale delle forme e delle loro variazioni.
“Il progetto darà la possibilità ai non vedenti di essere anche operatori dei software di progettazione, e non solo utilizzatori. Potranno creare i loro oggetti in 3D, e magari usare una stampante per realizzarli,” dice Miele, co-autore del progetto e non vedente, in un comunicato di Stanford.
Display 3D o 2.5D?
Si chiama il display “2.5D,” perchè ovviamente non permette di rappresentare un oggetto “a mezz’aria”, totalmente staccato dal suolo. Una parte dello spazio è occupata dalla base del display, dopotutto. Eppure, a dispetto della puntuale osservazione, il display rappresenta in modo ottimo un oggetto e fornisce al non vedente tutte le informazioni necessarie sulla sua forma.
Piccoli passi.
Il “problema” del display per non vedenti a questo punto è la risoluzione, che va assolutamente migliorata per offrire una percezione sempre più precisa. Altri team di ricerca nel mondo lavorano a soluzioni simili, e sembra che questo campo proceda più lentamente di altri, probabilmente per il minor “bacino di utenza”.
Il display tattile ha bisogno di altro lavoro prima di poter essere commercializzabile. Vanno ridotte le dimensioni dei pixel tattili e aumentata la velocità di esecuzione.
Il gruppo però è determinatissimo e si dice convinto che i miglioramenti saranno fatti a velocità piuttosto sostenuta. Seguite i vari sviluppi, se volete, sul sito ufficiale del laboratorio di Stanford , o attendete gli aggiornamenti che vi darò di volta in volta.
di Gianluca Riccio
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