La Stampa del 08.05.2019
L’esperienza, unica e coinvolgente, nella giornata di orientamento al lavoro della Luiss a Roma, in collaborazione con l’Unione Italiana Ciechi.
ROMA. Un colloquio di lavoro al buio. Letteralmente. In una stanza senza luce in cui si confrontano studenti e selezionatori per conto delle aziende senza l’ausilio della vista. Senza luci né ombre, dunque. E senza il filtro dello sguardo così presente e preponderante nella vita quotidiana. Ma con tutti gli altri sensi, dalla voce al tatto all’olfatto, ai quali l’università Luiss ha deciso di dare spazio in occasione del Career Day la giornata di orientamento al lavoro che si è svolta martedì 7 maggio nel Campus di Roma. Insieme a tanti altri strumenti di selezione, dai più tradizionali alle ultime sperimentazioni per valutare le cosiddette “soft-skills” di ciascuno (per la gestione dello stress, l’attitudine alla cooperazione e l’intelligenza sociale) ha proposto agli allievi una serie di Bling Interview. Vale a dire: brevi colloqui di pre candidatura svolti in una camera blindata immersa nel buio completo. Un’esperienza inedita che si è rivelata molto utile e assai coinvolgente sia per i ragazzi che per gli esaminatori. Organizzata con la collaborazione, puntuale e attenta, dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti rappresentata per l’occasione dal presidente della sezione romana Giuliano Frittelli che ha sottolineato l’obiettivo di questo straordinario laboratorio ovvero ridurre i pregiudizi verso chi non vede e cercare di rivivere le sue sensazioni utilizzando i canali che spesso si usano meno.
Interviste di lavoro blindate.
A partire dalla tonalità e dal timbro della voce. Ma anche del rapporto tattile e olfattivo con l’altro, insieme all’udito e all’intero spettro delle emozioni che si scatenano quando ci si ritrova in una situazione impensabile fino a poco prima.
Così gli studenti sono entrati a gruppi di sei in uno spazio buio dove ad aspettarli c’erano i recruiter di varie aziende molto note. Anche per questi ultimi si è trattato di un’esperienza totalmente nuova che tutti hanno potuto condividere per la prima volta.
Con l’aiuto di Pompea Fiorini, responsabile non vedente del laboratorio, i ragazzi vicini l’un l’altro con la mano sulla spalla del compagno a fianco per avere un minimo di orientamento sono stati chiamati nell’assenza totale di luce. E senza gesti ma solo con la voce e qualche schiocco di dita per dar loro la direzione da seguire sono stati condotti presso dei tavolini dove si son seduti e hanno iniziato a prender confidenza con il buio. Prima giocando con il tatto e componendo una lettera con i mattoncini, invisibili, della Lego di fronte a loro e poi presentandosi solo con una stretta di mano agli interlocutori senza sapere e vedere chi fossero.
Da lì in poi le parole sono seguite senza sosta, non ci si è preoccupati di altro se non di entrare in contatto con l’altro e al tempo stesso ci si è concentrati su se stessi. Su ciò che si voleva comunicare senza “distrazioni”. Senza guardare che tipo fosse chi stava esaminando né colui che era da esaminare. Come era vestito. Se sorrideva o era annoiato. Non c’erano curricula da leggere ma desideri, passioni, qualità e motivazioni da far rimbalzare nel nero di una stanza. In cui stranamente non c’era assenza ma presenza, piena, di storie e unicamente di persone. Nulla di più né di meno. Persone, come i ciechi chiedono di essere considerati. Nulla di più né di meno. Quando alla fine le luci si sono riaccese ci si è guardati intorno ed è stato come se si fosse riacquistato qualcosa ma anche perso parecchio.
Empatia e concentrazione.
«Ero molto concentrato e mi sentivo molto libero, senza condizionamenti» rivelava Edoardo, ultimo anno di Economia nel “debriefing” l’incontro con la psicologa Katia Caravello dell’Uici nazionale diventata cieca dopo 20 anni di vita da normodotata. È lei che ha chiesto a ciascun partecipante una parola per esprimere l’esperienza appena vissuta. Da sorprendente ad adrenalitica, da autentica a innovativa fino ad empatica, i termini usati sono stati tutti al positivo.
Così come per gli esaminatori che hanno fatto tesoro di quei momenti vissuti non a faccia a faccia con gli aspiranti candidati ma attraverso modalità spesso trascurate se non dimenticate. Fra i criteri di valutazione, oltre al tono della voce, la capacità di rispondere velocemente alle domande, quella di articolare le risposte, la sicurezza nell’esprimersi.
In una delle sessioni in cui era intervenuto Pino Insegno aveva partecipato anche il vice presidente esecutivo della Luiss Luigi Serra.
Nella giornata di orientamento non sono mancati momenti di confronto di ogni genere. Dai colloqui svolti mentre si coltiva un orto, si gioca a golf, o su un campo da basket al lancio di #LuissPlasticLess campagna di sensibilizzazione per ridurre l’utilizzo di plastica alla presenza del ministro dell’Ambiente Sergio Costa.
di Luisa Mosello
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