La Stampa del 24.05.2019
Il "gesto discriminatorio" in una struttura di religiose nel Lazio. Le razze sono state scelte per questo nobile compito.
Sono i loro occhi, li prendono letteralmente per mano e li accompagnano nel cammino di ogni giorno. Qualche volta però gli viene sbarrato il passo. E allora è come se alle persone cieche con cui vivono in simbiosi venisse tolta per una seconda volta la luce, la possibilità di guardare la vita attraverso un altro sguardo. Fedele. I cani guida sono animali straordinari come lo sono certo tutti i quattro zampe ma in più hanno una missione da compiere. Come dire: un servizio davvero vitale che non si può e non si deve interrompere. Mai. Invece purtroppo succede: il passo viene per l'appunto sbarrato.
È accaduto qualche giorno fa nel Lazio a un gruppo di pellegrini non vedenti che volevano percorrere il Cammino della via Francigena.
Pellegrini ciechi rifiutati da una struttura perché accompagnati dai loro animali.
Come sistemazione avevano scelto una struttura gestita da religiose in un vecchio convento di Acquapendente restaurato, in provincia di Viterbo, ovvero la Casa di Lazzaro che dà il nome a una onlus «aperta ai bisogni del territorio, disponibile ad offrire un ambiente familiare che accoglie, ascolta, condivide, accompagna».
«Tutti, tranne i non vedenti insieme con le loro guide a quattro zampe» ha precisato l'Ente nazionale di protezione animali che ha raccolto e si è fatta portavoce dello sconcerto di “Disabilincorsa” l'associazione che aveva organizzato il viaggio con un gruppo di 15 persone, comprese le guide. Due ciechi partecipanti erano accompagnati dal proprio animale al quale è stato detto: no, qui non entri, non sei il benvenuto.
«Eppure a Suor Amelia Cerchiari, era stato ricordato che per un preciso obbligo di legge i cani guida devono seguire il loro proprietario in tutti i luoghi aperti al pubblico» sottolineano i responsabili dell'Enpa che ha attivato il proprio ufficio legale con una diffida inviata alla struttura.
Grave violazione normativa non accogliere i cani guida.
«Il rifiuto di accogliere i cani guida -vi si legge- non rappresenta l’esercizio di una facoltà, ma configura una grave violazione normativa (leggi: 34/1974, 376/1988, 60/2006), per la quale è prevista una multa da 500 a 2.500 euro. L’auspicio è che le religiose della “Casa di Lazzaro” tornino sui loro passi e consentano ai pellegrini non vedenti con cani guida di compiere il loro cammino; se così non fosse l’Ente Nazionale Protezione Animali è pronto ad andare fino in fondo con il proprio avvocato, Claudia Ricci».
Le religiose però sui propri passi non sono tornate. Contattate da La Zampa hanno preferito non rispondere a riguardo ma si sono limitate ad ammettere di non accogliere animali. E il gruppo di pellegrini ha finito col scegliere un'altra sistemazione. «Sono sconcertata dalla facilità con cui nel quotidiano vengono disattesi quei bei valori e a quei nobili principi cui l’associazione dichiara di ispirarsi . In questa brutta storia -ha commentato la presidente nazionale di Enpa, Carla Rocchi- le norme di legge c’entrano fino a un certo punto. Da chi proclama di essere chiamato a portare “Cristo là dove c'è peccato e dolore, dove c'è ingiustizia e ignoranza, dove c'è indifferenza a Dio” mi sarei aspettata un’accoglienza senza se e senza ma per i non vedenti e per i loro cani guida. A prescindere da eventuali obblighi di legge. Perché la vera solidarietà è a priori e non fa discriminazioni tra situazioni di disagio.
L'Unione italiana ciechi e ipovedenti: "Manca la conoscenza e la cultura del rispetto".
Questo della struttura che ha rifiutato l'ingresso ai cani guida non è l'unico caso del genere. Lo scorso anno, per esempio, Lombardia era stato impedito a un non vedente di entrare in chiesa con il suo quattro zampe.
«Questo ennesimo atto di discriminazione conferma quanto sia necessaria una svolta culturale sul tema della disabilità nel nostro paese- dichiara Mario Barbuto presidente dell'Unione nazionale ciechi e ipovedenti-. Abbiamo bisogno di meno persone che ”abbaiano” per mania di protagonismo o per semplice stupidità e invece di maggiore rispetto per gli esseri umani e di tante coccole e riconoscimento per questi fedeli amici che dedicano la loro vita per stare con noi, rendendo meno complicata la nostra esistenza quotidiana al buio».
«Il cane guida per molti non vedenti significa autonomia e indipendenza, vivere in libertà e poter assaporare la realtà che ci circonda- continua Barbuto-. Il nostro amico a quattro zampe non è un navigatore satellitare, ma un aiuto prezioso che ci consente di sviluppare le nostre potenzialità e i i nostri limiti. In poche parole, ci aiuta a vivere meglio. Agli amici che si sono visti chiudere le porte del convento, mentre papa Francesco professa il verbo “accogliere”, vanno il nostro sostegno e la nostra vicinanza e faremo di tutto per far giungere il vostro e il nostro disagio alle istituzioni preposte. Però vi prego, non rinunciamo alla nostra libertà e alla nostra vita. Non consentiamo a nessuno di separarci da questi straordinari amici di libertà che sono i nostri cani guida».
La legge.
In Italia il primo riconoscimento legislativo per i cani guida si è avuto nel 1974 con la legge 37 a cui sono state apportate modificazioni con 60/2006. La normativa garantisce l'ingresso gratuito senza limitazioni al cane guida che accompagna un disabile visivo anche nei luoghi in cui i cani non sono generalmente ammessi (taxi, mezzi pubblici, ambulanze, attività commerciali, nosocomi, chiese, alberghi, istituti scolastici).
Inoltre, come previsto dall'ordinanza del 23 marzo 2009, è considerato in tutto e per tutto un animale da lavoro e come tale è esonerato dall'indossare la museruola, a meno che non sia richiesto in una data situazione, e non deve essere disturbato o allontanato poiché considerato "ausilio " per persone disabili. Può accedere liberamente in spiaggia, può salire sui mezzi pubblici senza pagare il biglietto e accompagnare il non vedente anche su traghetti e aerei, in Italia e all’estero alloggiato sul sedile posteriore insieme al non vedente. Fino a pochi anni fa c’era il divieto di farsi accompagnare dai cani guida sulle scale mobili, ci sono voluti oltre tre anni all’Uici per abbattere questa ulteriore barriera.
Le razze prescelte e le scuole di addestramento in Italia.
Secondo i dati forniti dall'Uici in Italia sono circa un migliaio i non vedenti che si muovono con i cani guida. Teoricamente tutte le razze sono adatte, ma quelle che maggiormente vengono utilizzate per questo nobile scopo sono i labrador retriever e i golden retriever, ma anche i pastori tedeschi, i pastori belga e i pastori scozzesi (collie).
Le scuole principali per l’addestramento sono in Sicilia a Messina (Istituto Hellen Keller), in Lombardia a Lambiate (Scuola cani guida Lions), in Toscana a Scandicci, nel Lazio a Campagnano.
Per richiederne uno bisogna essere in possesso del verbale della commissione Inos e di un certificato di idoneità, rilasciato dal medico di base. Poi ogni scuola ha i suoi moduli da compilare, alcune prevedono un pre-colloquio per conoscere il richiedente e valutare le sue capacità di orientamento, altre propongono soggiorni in loco per prendere maggiore confidenza con l'animale.
Il cane assegnato non diventa proprietà della persona non vedente, ma gli è semplicemente dato in affido e resta di proprietà della scuola, che può decidere di ritirarlo nel caso venga a conoscenza di maltrattamenti da parte del conduttore o di un uso non conforme all'addestramento ricevuto.
Il Decalogo: un cane guida per ciechi indica come comportarsi in sua presenza:
1) Non mi dare da mangiare e non chiamarmi quando sto lavorando, i fischi mi distraggono, e se vuoi salutarmi chiedi prima alla persona che accompagno.
2) Non lasciare il tuo cane sciolto nelle mie vicinanze quando lavoro, cerca di controllarlo.
3) Aiutami a trovare un’ubicazione comoda all’interno dei mezzi pubblici
4) Ricorda che sono gli occhi di una persona, non impedire il mio accesso ai locali e ai mezzi pubblici. Lo prevede la Legge n. 37/1974, integrata e modificata dalla legge n. 376/1988 e dalla legge n. 60/2006.
5) Non avere paura di me, non sono aggressivo e non trasmetto malattie.
6) Quando sei alla guida e mi vedi che attraverso, fermati a una distanza sufficiente per non spaventarmi.
7) Quando devi dare un’indicazione al mio padrone non prendermi dal guinzaglio né dal collare.
8) Siamo abituati a sporcare in luoghi adeguati e il nostro padrone risulta esonerato dalla raccolta obbligatoria dei nostri bisogni, come previsto da molti regolamenti comunali.
9) Non ostacolare il mio passaggio sulle rampe, ricorda che macchine e motorini parcheggiati sui marciapiedi o in presenza di strisce pedonali, costituiscono un ostacolo insormontabile per il mio padrone.
10) Sono riconoscibile perché ho una maniglia sulla schiena, detta “Guida”, la persona non vedente che accompagno l’afferra e può seguirmi: io divento così il suo indispensabile ausilio negli spostamenti.
di Luisa Mosello
Nessun commento:
Posta un commento