martedì 28 maggio 2019

MAEC da scoprire. Anche per chi non vede

La Nazione del 28.05.2019

Cortona, il museo archeologico con le statuette riprodotte in 3D e le scritte in Braille. Il progetto nasce con l'Unione italiana ciechi: protagonisti i ragazzi dell'istituto Signorelli.

CORTONA. Culsans e Selvans faranno parte del percorso sensoriale dedicato ai non vedenti nel museo cortonese. Un'attività didattica si trasforma in un progetto sociale degno di nota. Le famose statuette etrusche del secondo secolo avanti cristo conservate gelosamente al MAEC sono state studiate attentamente dagli studenti del liceo artistico di Cortona con l'obiettivo di riprodurne due copie identiche da donare al museo. Queste, inserite nel percorso museale, attraverso l'esperienza sensoriale tattile, permetteranno una fruizione paritaria delle statuette originali consentendo a tutti, anche a chi ha esigenze specifiche legate a disabilità, di accostarsi liberamente e proficuamente a questi beni. L'attività didattica è stata condotta dalla scultrice Claudia Chianucci con l'ausilio della professoressa di arte Cristina Castelli e ha coinvolto l'Unione italiana ciechi e le istituzioni culturali e civili di Cortona, ovvero il MAEC e il Comune. Hanno partecipato attivamente e liberalmente anche Arezzo Innovazione per la stampa 3D delle copie e lo staff tecnico della ditta 3zd di Arezzo per l'uso del laser-scanner. Le statuette saranno donate al MAEC con una iniziativa pubblica in programma nella sala del consiglio comunale sabato alle ore 9.30. Alla manifestazione saranno presenti rappresentanti delle istituzioni coinvolte nel progetto e come ospite il famoso scultore non vedente Felice Tagliaferri, noto a livello internazionale che interagirà con gli alunni in un dialogo a più voci. Per il Museo MAEC l'accessibilità e il superamento delle barriere architettoniche sono obbiettivi sui quali il museo ha da sempre puntato le proprie attenzioni. Alla biglietteria del MAEC è a disposizione una guida braille per la visita delle sale. Lungo il percorso del museo, sono posizionate delle riproduzioni tattili di reperti conservati e delle mappe in braille per orientarsi all'interno delle percorso di visita. Il percorso didattico si è mosso attraverso attività laboratoriali nell'apprendimento di specifici software per la modellazione 3D e nella dimostrazione di processi di reverse engenering, come l'utilizzo di scanner 3D, funzionali alla successiva stampa 3D che è stata utilizzata per la produzione delle copie; infine nella preparazione dell'evento di presentazione. «Per gli alunni è stato un compito di realtà che ha permesso loro di riflettere sulla valorizzazione dei beni culturali in chiave di accessibilità - spiega la preside del liceo artistico Signorelli Maria Beatrice Capecchi - di utilizzare le nuove tecnologie e di acquisire competenze sociali e civiche e di pensare in maniera inclusiva alla fruizione del museo e dei suoi beni culturali».

di Laura Lucente

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