Superando del 15/12/2020
Creare le condizioni affinché tutti i visitatori possano accedere al prezioso patrimonio culturale, archeologico e naturalistico di Matera: è questo l’obiettivo del progetto MuDiMa Matera, ovvero Museo Digitale Matera, che grazie a particolari tecnologie e ausili, oltreché all’attenzione verso i bisogni di tutti, rende appunto fruibili a tutti alcuni siti della cultura.
«Con i suoi interventi – spiegano dalla Cooperativa Sociale materana Oltre l’Arte, che ha realizzato il progetto – MuDiMa Matera rappresenta una grande possibilità di innovazione, non soltanto un semplice modo per intrattenere e incuriosire il pubblico, ma uno strumento per trasmettere informazioni utili e preziose per la fruizione dei beni culturali della città, offrendo tale possibilità a tutti, qualunque sia la loro condizione e aumentando il livello di partecipazione e di conoscenza».
Coinvolti nel percorso, dunque, sono i siti della Chiesa rupestre di San Pietro Barisano, della Chiesa rupestre di Santa Lucia alle Malve, delle Chiese rupestri di Santa Maria de Idris e San Giovanni in Monterrone e – ultimato proprio in occasione della recente Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità – quello della Chiesa Cattedrale di Maria Santissima della Bruna e di Sant’Eustachio. Qui sono stati di volta in volta inseriti particolari supporti visivo-tattili che attivano audio-video descrizioni in italiano, inglese e LIS (Lingua dei Segni Italiana), permettendo, come detto, la piena fruizione a qualunque visitatore, con l’acquisizione di varie informazioni e contenuti specifici.
Ma quali sono le tecnologie e gli ausili che consentono di ottenere questo risultato? Lo spiega l’Associazione torinese Tactile Vision, che insieme all’Associazione veneziana Lettura Agevolata, ha lavorato in prima persona per la loro realizzazione. «In ognuno dei siti – si informa – sono presenti pannelli informativi che, attraverso accorgimenti di natura multimediale e multisensoriale, sono in grado di comunicare i siti stessi, in modo semplice e inclusivo, ad un pubblico il più ampio possibile, fatto di persone di ogni età e abilità, comprensivo anche delle persone con difficoltà sensoriali (ciechi, ipovedenti, sordi, ipoacusici, anziani). Ogni pannello contiene la planimetria dell’edificio, con le informazioni essenziali sulla storia di esso e sulla sua importanza civile e culturale, oltre al prospetto delle facciate principali (testi e immagini, con testo Braille e immagini in rilievo), integrate con audio per le persone vedenti e non vedenti, video per le persone sorde, con sottotitoli e traduzione dei testi in LIS e in diverse lingue (italiano, inglese), accessibili mediante QR Code e sensori di prossimità NFC (Near Field Communication), posti nella parte bassa del pannello e attivabili con i più comuni smartphone».
E ancora, «vi sono poi i modelli in 3D ruotabili a trecentosessanta gradi, attraverso i quali avere l’immediata comprensione delle volumetrie dei siti rilevati mediante l’utilizzo di specifici software, che ne consente la piena fruizione attraverso una visione virtuale e immersiva. Essi sono fruibili tramite visori Oculus, che permettono la piena navigabilità dei siti e la loro esplorazione, vivendo un’esperienza unica e quanto mai realistica».
Infine, «i maxi schermi interattivi touch screen, che consentono a un più ampio pubblico di visionare i modelli 3D secondo il proprio interesse e diversi livelli di approfondimento delle informazioni, senza dimenticare l’applicazione per visionare in realtà aumentata oggetti in 3D di interesse storico-artistico».
Il progetto, ricordiamo in conclusione, è stato finanziato dalla Fondazione Carical e attuato in collaborazione con la Fondazione Matera-Basilicata 2019 e l’Associazione Volontariato Materano. (S.B.)
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