giovedì 10 dicembre 2020

Le cose che contano davvero

Lucemagazine del 10/12/2020

 Per una tradizione ormai consolidata, nella ricorrenza di Santa Lucia i ciechi e gli ipovedenti di tutto il Paese si predispongono a vivere una giornata di festa. Così anche noi dell’Istituto dei Ciechi di Milano questo 13 dicembre avremmo desiderato celebrare con la consueta gioia ed entusiasmo la 62esima Giornata Nazionale del Cieco, immaginando una Sala Barozzi gremita di partecipanti, insieme agli amici dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Milano. Le circostanze attuali naturalmente ci impediscono di farlo e, come sempre accade quando vengono a mancare le cose che diamo per scontate, l’ interruzione spinge a ripensare ai motivi che ci hanno reso cara questa ricorrenza.

La festa di Santa Lucia è innanzitutto un appuntamento istituzionale dove poter esprimere gratitudine a chi si è particolarmente impegnato per il bene di chi non vede, attraverso il solenne conferimento delle onorificenze da parte dell’Istituto e dell’UICI milanese. Amiamo la festa di Santa Lucia perché rafforza il dialogo con la città, sottolineato dalla partecipazione dei più alti rappresentanti delle istituzioni civili, religiose e militari. Questo è infatti un momento di riflessione in cui si può fare il bilancio di quanto si è compiuto e quanto ancora c’è da compiere per migliorare la vita delle persone con disabilità visiva, dove chi ha a cuore i temi della solidarietà e dell’aiuto ai più fragili può riconoscersi e sentirsi parte di quella storia che dà linfa al grande cuore ambrosiano, senza il quale l’Istituto e un’infinità di altre realtà non esisterebbero.

Queste le principali motivazioni che rendono per noi viva e attuale questa ricorrenza nazionale, ideata e voluta più di 60 anni fa da Aurelio Nicolodi, il fondatore dell’Unione Italiana dei Ciechi che, precorrendo i tempi, voleva sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi e sulle difficoltà delle persone cieche.

La festa di Santa Lucia quest’anno sarebbe stata ancora più sentita, in quanto felice conclusione delle tante iniziative organizzate per celebrare il 180° anniversario di Fondazione dell’Istituto dei Ciechi di Milano e il centenario della nascita dell’UICI, tra le quali l’attesissimo concerto organizzato al Teatro alla Scala con la Budapest Festival Orchestra.

Gli eccezionali eventi del 2020 legati alla pandemia hanno stravolto tutto, costringendoci ad annullare tutti questi eventi. C’è delusione, certo. Ma la portata storica di questi cambiamenti e il dolore sofferto da tante persone ci aiutano a mettere nella giusta prospettiva le rinunce a cui siamo stati obbligati, facendoci vedere meglio le cose che davvero contano.

Più che rammaricarci delle mancate celebrazioni, dunque, come Fondazione Istituto dei Ciechi di Milano Onlus preferiamo sentirci orgogliosi di quanto siamo riusciti a fare, affrontando le novità organizzative del lavoro a distanza (cambiamento non scontato per chi non vede) e le non poche incertezze economiche.

Anche durante i lockdown abbiamo scelto di mantenere attivi i servizi di sostegno allo studio per i 400 studenti con disabilità visiva che abbiamo in carico, così come è continuata la produzione di ausili didattici tattili e delle trascrizioni di libri in Braille e a caratteri ingranditi per le scuole.

I corsi di formazione professionale per giovani non vedenti e ipovedenti finanziati dalla Regione Lombardia sono proseguiti online, con il supporto dei nostri docenti a distanza e con il coinvolgimento di importanti aziende del nostro territorio.

La mostra Dialogo nel Buio, chiusa da marzo in ottemperanza alle normative, ha continuato a vivere sui social e sulle piattaforme di webinar, portando il suo straordinario messaggio di solidarietà e crescita culturale a scuole, aziende e affezionati visitatori. Infine, la RSA Casa Famiglia ha proseguito a operare adottando i più sicuri protocolli sanitari per garantire la salute e il benessere psicologico degli ospiti.

Forti di questi risultati, desideriamo dunque mantenere il nostro impegno a tutela delle persone con disabilità visiva anche nei mesi a venire, convinti che in un momento di così grande difficoltà, soprattutto per i più fragili, sia un dovere etico lavorare per creare le condizioni di una società inclusiva, aperta e accessibile.

Con questo spirito l’anno prossimo saremo impegnati con l’apertura del nuovo Centro Diurno Disabili, in via di realizzazione presso la nostra sede di Via Vivaio: un centro di eccellenza con spazi pensati e strutturati sulle esigenze di ragazze e ragazzi ciechi con disabilità aggiuntive, che potranno sentirsi a casa ed essere accolti con professionalità e amore. Un sogno che coltiviamo da tempo e che sta per diventare realtà.

Marco Rolando

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