Il Tirreno del 23.04.2019
ISOLA DEL GIGLIO. Ma come viene formato e guidato un sub non vedente? Prima di arrivare all'immersione sono necessari dei corsi, al termine dei quali i partecipanti conseguono un brevetto per svolgere attività subacquee in tutto il mondo, sempre accompagnati da guide abilitate Asbi. La tecnica per le immersioni di sub non vedenti è stata messa a punto da Manrico Volpi, istruttore sub livornese, trainer di Albatros. «La filosofia è quella di rendere autonomo il non vedente e di non considerarlo una persona da trasportare passivamente sott'acqua; - spiega - il cieco non deve essere un disabile, bensì un subacqueo a tutti gli effetti. I non vedenti, infatti, hanno una sensibilità nel tatto per noi impensabile e riescono ad astrarre i concetti dall'emozione provate nel toccare le specie sommerse». Volpi racconta di aver avuto allievi che hanno raccontato la percezione della vita sfiorando una spugna. Inoltre spiega che la metodologia di Asbi utilizza una serie di materiali didattici studiati ad hoc per venire incontro alle necessità conoscitive dei non vedenti. Tra questi il riconoscitore subacqueo, una sorta di libro impermeabile dove sono descritte in braille forme e colori con il nome scientifico delle specie incontrate in immersione. Questo attrezzo consente al sub non vedente di immergersi da protagonista e permette di collocare in una condizione spazio-tempo l'habitat di ogni specie.(G.B.)
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