mercoledì 21 novembre 2018

Così anche i ciechi potranno leggere le formule della matematica

La Stampa del 20-11-2018

Progetto di un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Matematica dell’Università di Torino.

ALESSANDRIA. «Leggere» la matematica, per una persona con disabilità visiva (non vedente o ipovedente), è sempre stato arduo e complesso, non tanto per la parte discorsiva, già da tempo fruibile con svariati metodi, e ancor più con l’utilizzo del computer, ma per l’inaccessibilità delle formule, fatte di numeri, lettere e simboli in una sequenza obbligata.

Ora, il problema è stato risolto: un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Matematica dell’Università di Torino, in sei anni di lavoro, a partire dal 2012 (e grazie al sostegno dell’Università stessa, oltre che di altri sponsor tra cui Fondazione Crt, Fondazione Specchio dei Tempi, Istituto di Ricerca/Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti e altri) ha ideato il primo sistema per leggere le formule matematiche inserite nei testi in versione pdf. È un «piccolo» progetto di valenza immensa e, in questo ambito, rivoluzionaria.

IL GRUPPO DI LAVORO.

Lo ha messo a punto il gruppo coordinato dalla professoressa Anna Capietto, docente di Analisi Matematica e referente per la disabilità del Dipartimento, del quale fanno parte anche due ricercatori alessandrini: Tiziana Armano e Michele Berra, cui si aggiungono Dragan Ahmetovic, Cristian Bernareggi, Sandro Coriasco, Nadir Murru e Alice Ruighi. Il pool si è avvalso della partecipazione attiva e imprescindibile di persone con disabilità visive che hanno consentito la verifica progressiva di ogni avanzamento dello studio; fra gli altri, Sergio Polin, convintissimo sostenitore e collaboratore del team, morto prematuramente in un incidente (il suo cane guida si era perso e lui è stato investito).

L’IDEA INNOVATIVA.

Il pacchetto innovativo chiamato «Axessibility» ha già avuto una prima vetrina illustrativa, a luglio, in Austria all’importantissima Conferenza internazionale sull’impiego dell’informatica a sostegno di chi ha particolari necessità. La presentazione ufficiale del progetto, all’Università di Torino che ne è stato l’incubatore, è, invece, in programma oggi, giorno in cui, alla presenza del Magnifico Rettore, verrà inaugurato (e intitolato a Sergio Polin) il «Laboratorio per la ricerca e la sperimentazione di nuove tecnologie assistive».

La ricerca, adesso giunta a compimento e che fa intuire enormi estensioni applicative, è partita dall’utilizzo di «LaTeX», il linguaggio di marcatura più utilizzato al mondo per la stesura di testi scientifici, prodotti in pdf, leggibili quindi da chiunque con qualsiasi computer. Inserendo nel testo pdf generato da LaTeX il codice informatico creato dal pool torinese, persone cieche o ipovedenti, da ora in poi, potranno «vedere» facilmente le formule matematiche, leggendo e anche producendo con disinvoltura testi scientifici.

COME FUNZIONA.

In pratica, preso un testo qualsiasi (anche antico) e trasformato, con una buona scansione e con un apposito software, in LaTex, si applica il codice «Axessibility» (con un semplice «copia-incolla») e le formule nel pdf corrispondente diventano immediatamente leggibili da tutti, persone con o senza disabilità visive. In questo modo, la tecnologia «assistiva» diventa «inclusiva» e - ecco il valore straordinario dell’invenzione - cade una barriera di linguaggio: il vedente crea un testo matematico percepibile subito alla persona con difficoltà di vista , ma il processo avviene esattamente anche al contrario, in uno scambio di conoscenze paritario. E il metodo («gratuito», sottolineano i ricercatori) può essere facilmente appreso e usato da chiunque, a partire dalle scuole medie.

di Silvana Mossano

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