Il Mattino di Padova del 09-11-2018
Il responsabile del Centro per la riabilitazione visiva Giovanni Sato e il facilitatore Cristiano Draghi hanno presentato il nuovo progetto.
PADOVA. Non solo restituire l'autonomia a persone ipovedenti grazie alle cure del Centro per la riabilitazione visiva dell'ipovisione, una delle eccellenze della sanità padovana guidata da Giovanni Sato, ma anche far sì che le persone colpite da questa disabilità non si abbattano dal punto di vista psicologico e non cadano in depressione. È questo lo scopo del gruppo di auto-mutuo-aiuto per ipovedenti, patrocinato dall'Unione italiana ciechi e ipovedenti onlus, sezione di Padova, dall'Unità operativa di oculistica della Usl 6 Padova e dall'associazione Psicologo di Strada. Si tratta di incontri organizzati tra gruppi di persone che hanno lo stesso problema, sono appunto ipovedenti, a cui viene data la possibilità di condividere informazioni, idee, sentimenti ed emozioni. Una modalità di sostegno che non ha bisogno della presenza di uno psicologo ma che si fonda sull'aiuto che arriva dallo scambio di esperienze tra persone accomunate da una difficoltà. A coordinare il gruppo sarà il facilitatore o counsellor, il dottor Cristiano Draghi. «Per ora ci troveremo una volta al mese nel complesso socio sanitario dei Colli. Il primo appuntamento è giovedì 29 novembre alle 10 nell'aula del Sert. Chiunque volesse partecipare sarà il benvenuto». Ieri mattina Draghi e Sato hanno parlato davanti a un pubblico di una trentina di ipovedenti proprio di questo auto mutuo aiuto, suscitando l'interesse dei presenti. Tanto che in una quindicina di persone ha già aderito al primo appuntamento. «È possibile aderire in qualsiasi momento e ottenere informazioni telefonando al 347 - 244 06 85»: La partecipazione al gruppo è libera e gratuita. «Il nostro obbiettivo è anche quello di raggiungere quelle persone ipovedenti che ancora non conoscono la nostra realtà», ha spiegato il dottor Giovanni Sato, direttore del Centro per la riabilitazione visiva dell'ipovisione.«I pazienti ipovedenti di solito sono persone che portano l'esito di patologie come ictus, tumore al cervello, maculopatia, retinopatia, miopia degenerativa, distacco della retina o glaucoma. Noi lavoriamo per far sì che riprendano a fare quello che facevano prima grazie a tecnologie di ultima generazione».
di Alice Ferretti
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