Il Corriere della Sera del 13-11-2018
LODI. «Lodi una città a misura di disabile? Fatevi prima un giro in stazione». Percorsi per non vedenti che finiscono contro un muro, binari inaccessibili alle carrozzine, niente sconti sui parcheggi. Per le associazioni di invalidi e portatori di handicap la città è, se non da bocciare, almeno da rimandare a settembre. «E ciò solo perché il Comune - afferma Enrico Agosti, presidente lodigiano dell'Associazione Mutilati e Invalidi Civili - ci ha finalmente ascoltato, aprendo un tavolo che invocavamo da anni. Ma con altre istituzioni non c'è confronto». Il caso più eclatante riguarda la stazione ferroviaria, una trappola per tetraplegici e non vedenti. I primi per anni impossibilitati a raggiungere sottopassaggio e banchine dei binari interni per l'assenza di ascensori: quest'estate Rfi ne ha finalmente realizzato e messo in funzione uno, ma mancano gli altri tre, necessari a raggiungere i binari. I disabili con problemi motori (ma anche le mamme con i passeggini) grazie alla nuova piattaforma possono ora accedere al sottopassaggio attraverso l'atrio d'ingresso, ma da lì risalire alle banchine dei quattro binari interni - da cui passano la quasi totalità dei treni per Milano o Piacenza e la suburbana per Saronno - è un'impresa impossibile: niente ascensori, niente risalite, vale solo l'arte di arrangiarsi. Rfi ha in agenda il completamento degli ascensori mancanti, ma solo entro il 2026.
Trattamento simile è riservato a non vedenti e ipovedenti: il sentiero guidato lungo il marciapiede finisce dritto contro un muro, a decine di metri dall'ingresso principale. «Un disabile - afferma Daniela Monico, presidente della sezione di Lodi dell'Unione Italiana Ciechi - può al limite strisciare lungo le pareti per arrivare fino alla porta della biglietteria. Ammesso che sappia da che parte andare». Il percorso tattile-plantare poi riprende nell'atrio e conduce al primo binario. Ma a meno che non abbia appreso l'arte di passare attraverso i muri, un non vedente può solo seguire il proprio istinto lungo la parete e sperare di non inciampare nelle biciclette appoggiate all'esterno della stazione. «Quel percorso è una follia - rincara Agosti -, mi chiedo cosa sia passato in mente a chi lo ha realizzato ma anche perché nessuno investa quelle poche centinaia di euro che basterebbero ad allungarlo fino all'ingresso e alla biglietteria».
Sono solo alcuni dei problemi segnalati dalle associazioni -- Invalidi civili, Invalidi del lavoro, Unione ciechi ed Ente nazionale sordomuti - nel tavolo di confronto da poco aperto con il Comune di Lodi, il quale ha già destinato all'abbattimento delle barriere in città una quota fissa sugli oneri di urbanizzazione (70mila euro nel 2017): «Non c'è modo di sapere da Ferrovie - lamenta l'assessore ai Lavori Pubblici Claudia Rizzi - quando intendano completare l'ammodernamento della stazione e delle banchine. Proveremo a interessare la Regione».
Tra le questioni da risolvere anche l'accesso libero ai parcheggi cittadini da parte dei disabili. A Lodi i pass concessi sono circa 1.400 e i posti a loro riservati 230. «In alcune città come Piacenza, Parma o Cremona i disabili muniti di pass possono parcheggiare liberamente sulle strisce blu - rammenta Agosti -; a Lodi basterebbe la gratuità solo per la prima ora». Attualmente succede il contrario: prime due ore a tariffa piena, un euro o 1,50 a seconda delle zone, e gratis a seguire. Per i disabili dunque, Lodi resta un percorso a ostacoli. «E sarà sempre così - afferma Daniela Monico dell'UICI - finché faranno le opere senza mai chiedere alle nostre associazioni un'opinione su come farle meglio. Buttando via i soldi».
di Francesco Gastaldi
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