La Provincia di Como del 14-11-2018
Dedicato agli adolescenti e ai bambini con disabilità visive. La "Montagna terapia", così, è un approccio terapeutico-riabilitativo.
LECCO. Camminare, scalare, cimentarsi con elementi in teoria ostili come il ghiaccio e addirittura sciare. Queste erano attività che fino a una decina di anni fa erano praticate solo dai normodotati: ambienti di roccia, neve o ghiaccio non erano nemmeno presi in considerazione per i disabili.
LA NOVITÀ.
Poi però le cose sono cambiate. "Born to climb" (nati per arrampicare) è un interessante progetto che coinvolge i non vedenti nell'arte della scalata, un percorso di didattica inclusiva pensato per avvicinare bambini, adolescenti e giovani con disabilità visive alla pratica dell'arrampicata. Il progetto è sostenuto dalla Cooperativa La Vecchia Quercia in collaborazione con i Ragni di Lecco Asd e il Consorzio Consolida Lecco. Il programma dell'iniziativa "Born to climb" prevede un ciclo di incontri nei quali ragazzi ciechi e ipovedenti tra i 6 e i 17 anni, residenti in provincia di Lecco, possono testare l'esperienza dell'arrampicata sportiva. Il primo appuntamento si è svolto sabato scorso presso la palestra dei Maglioni rossi a Lecco ed è stato un successo: «È stata un'occasione di incontro fra partecipanti e istruttori per familiarizzare con l'arrampicata, sperimentando in prima persona una prima vera "scalata verso la cima"», spiegano gli organizzatori.
PROGETTO. Il progetto unisce le competenze degli educatori con quelle degli istruttori di arrampicata, un'iniziativa che segue la filosofia della "Montagna terapia" che da qualche anno molte sezioni del Club alpino italiano portano avanti con numerose uscite e da qualche tempo è anche oggetto della Commissione scientifica del Cai. La "Montagna terapia", infatti, è un approccio terapeutico-riabilitativo e socio-educativo finalizzato alla prevenzione, alla cura e alla riabilitazione degli individui portatori di differenti problematiche.
LA SFIDA. «Ogni ragazzo arrampicando ha così la possibilità di mettersi in gioco e affrontare le proprie scalate in tutta sicurezza - spiegano gli organizzatori - insieme alla guida esperta degli educatori de La Vecchia Quercia e agli istruttori Fasi, per i quali è prevista una formazione specifica.È un'iniziativa che promuove i benefici psicofisici dello sport in generale e soprattutto di questa disciplina che per sua natura spinge i climber a sfidare i propri limiti». Lo sport, così, diventa un'occasione per mettersi alla prova: «Con "Born to climb" l'arrampicata sportiva diventa così uno strumento di inclusione sociale - concludono - non solo incoraggia una competizione propositiva verso se stessi, ma, allo stesso tempo, educa al confronto e alla fiducia verso gli altri, attraverso un processo educativo orientato all'integrazione». (A. Mas.)
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