Redattore Sociale del 24-11-2018
Nel nuovo vocabolario Treccani entra una nuova e più ampia definizione di "paralimpico", che comprende non solo gli atleti partecipanti alle Paralimpiadi, ma anche ogni persona con disabilità che pratica sport. Pancalli: "È la fine di un'epoca e l'inizio di una nuova storia". Bray: "Una conquista definitiva".
ROMA. Non solo quel ristretto numero di atleti che può vantare una partecipazione alle Paralimpiadi ma anche, più in generale, ogni persona disabile che pratica una disciplina sportiva. Si allarga il significato di "paralimpico" e a sancirlo ufficialmente è la Treccani, che in collaborazione con il Comitato Italiano Paralimpico riconosce l'evoluzione del linguaggio e lo inserisce nel suo nuovo dizionario italiano. L'occasione per annunciarlo è la chiusura del Festival della Cultura Paralimpica, che ha animato per tre giorni con eventi e testimonianze la stazione Tiburtina di Roma, e a rendere ancor più solenne il tutto è la presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Nel nuovo Treccani dunque la definizione di paralimpico (o paraolimpico) è questa.
Aggettivo.
Relativo alle paralimpiadi e agli atleti che vi partecipano.
Per estensione, relativo a una persona disabile che pratica una disciplina sportiva.
Nome maschile.
1.Atleta che partecipa alle paralimpiadi.
Per estensione, persona disabile che pratica una disciplina sportiva.
Viene mantenuto pertanto il riferimento, ancora diffuso nell'uso, a "paraolimpico" (per quanto sia preferibile evitarlo, anche perché tutto ciò che ha a che fare con l'"Olimpiade" è a tutt'oggi appannaggio esclusivo del Cio) , e viene ribadito il doppio utilizzo del termine sia come aggettivo sia come sostantivo. Finora, sebbene sia da lungo tempo utilizzato "paralimpico" per fare riferimento all'intero movimento dello sport praticato da persone con disabilità (a partire dal nome stesso del Comitato italiano paralimpico), a rigore esso si riferiva esclusivamente a quegli atleti che erano giunti al traguardo di partecipare alla più importante manifestazione sportiva, la Paralimpiade appunto. Poteva dunque dirsi "paralimpico" solo l'atleta di alto livello che avesse partecipato ad una edizione dei Giochi, estiva o invernale, così come per analogia un atleta "olimpico" è colui che ha partecipato ad una Olimpiade. In realtà, nel linguaggio comune, già da tempo con "paralimpico" si intendevano anche gli atleti di livello che gareggiano in forma agonistica, anche in assenza di una loro partecipazione alla Paralimpiade. La definizione del nuovo dizionario Treccani accoglie questo uso e lo estende ancora oltre, fino a comprendere tutte le persone con disabilità che praticano una disciplina sportiva, senza una particolare differenza basata sui risultati raggiunti.
"Le parole - afferma Luca Pancali, il presidente del Comitato italiano Paralimpico - hanno un loro peso e sono molto importanti: possono ferire, possono aiutare, io le ho vissute sulla mia pelle. Abbiamo lavorato affinché si desse dignità ai nostri atleti, affinché ci fosse un riconoscimento di una dimensione sportiva. Si parlava infatti di sport per disabili, per handicappati, per paraplegici, come se esistesse uno sport particolare per categorie particolari. Lo sport è uno, è un valore assoluto e questo deve far capire che al di là delle parole ci sono le persone, e ognuno di noi è prima di tutto una persona".
"Si è definitivamente abbandonata - dice Pancalli - la tendenza a raffigurare l'individuo attraverso l'aggettivazione corporea relativa alle abilità, a vantaggio della dimensione sportiva. In questo percorso di crescita culturale lo sport è stato determinante: gli atleti e le atlete con le loro gesta hanno rappresentato il veicolo più efficace di sensibilizzazione sul tema della disabilità. Grazie a loro quello che un tempo rappresentava un argomento tabù, oggi è oggetto di grande attenzione mediatica e sociale. Ciò a dimostrazione del fatto che lo sport può essere uno straordinario strumento di welfare, di inclusione sociale e di salute. Con l'introduzione nel vocabolario della lingua italiana della nuova definizione del termine paralimpico/a, l'Istituto Treccani suggella la fine di un'epoca e l'inizio di una nuova storia. Si tratta - conclude Pancalli - di un'importante tappa di quella rivoluzione culturale silenziosa che il movimento paralimpico sta portando avanti con l'obiettivo di abbattere ogni barriera e ogni forma di discriminazione".
"Si è innescato - ha detto Massimo Bray, direttore generale dell'Istituto della enciclopedia italiana - un moto di innovazione ed estensione che ha portato sempre più italiani a usare l'aggettivo "paralimpico" anche per indicare qualsiasi persone disabile che pratichi sport. L'azione pervasiva del termine paralimpico ha dato voce ad un mutamento di percezione che era ormai maturo, testimoniando anche l'importanza dello sport come strumento di inclusione e crescita culturale. La registrazione nel Vocabolario Treccani - ha concluso - vuole essere l'attestazione di un'avvenuta evoluzione, ma anche e soprattutto un grande atto di fiducia: che il nuovo significato entrato nell'uso e la nuova sensibilità che lo accompagna siano conquiste definitive e non più negoziabili". (ska)
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