giovedì 5 novembre 2020

IL COMPLEANNO DELLA ASSOCIAZIONE NATA NEL 1920

DAL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO DEL 05/11/2020

La sezione comasca è invece nata 26 anni dopo, il 4 aprile 1946.

Oggi l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Como conta circa 300 iscritti. Cento anni non sono da tutti. A raggiungerli, la scorsa settimana, L’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti. “Un compleanno - commenta il Presidente della sezione territoriale di Como, il dott. Claudio La Corte – a cui, in un anno così particolare, pieno di sfide, di vecchie e nuove difficoltà e battaglie da combattere e vincere uniti contro un nemico invisibile, voglio invitare virtualmente tutti a un momento di festa per spegnere con noi le prime cento candeline”.

Era il 1915 quando in un’azione di guerra, Aurelio Nicolodi, giovane ufficiale combattente volontario nell’esercito italiano, perdeva il dono della vista e, dopo essersi ripreso e rinvigorito dalle ferite fisiche, psichiche e morali, muoveva i primi passi verso la ricerca della propria autonomia e dignità, per mettersi a disposizione come precursore di una nuova battaglia morale e materiale a favore di tutti i ciechi italiani. Fu così che, il 26 ottobre del 1920, a Genova, si costituiva l’Unione Italiana Ciechi.

“Il 2020 – continua Claudio La Corte – doveva essere un anno di celebrazioni delle abilità, competenze, creatività, intraprendenze e del valore aggiunto che le persone con disabilità visiva e disabilità aggiuntive in cento hanno saputo conquistare e mettere al servizio della collettività, ma le circostanze legate alla pandemia non lo hanno consentito”.

Ad ogni modo non tutto si è fermato. La consegna del premio Braille al Presidente Mattarella, la celebrazione a Messina della Giornata Nazionale del Cane Guida, la consegna della campana Aurelia alla curia di Genova, la cerimonia di emissione e annullo del francobollo commemorativo, la mostra itinerante, le numerose iniziative culturali attraverso i canali virtuali e la Slashradio web a disposizione di tutti, l’iniziativa organizzata con Coca Cola the smile can sono solo alcune delle proposte che l’Associazione ha saputo comunque mettere in campo.

La ricorrenza dei 100 anni non coincide con quelli dell’Unione Italiana Ciechi e (solo negli ultimi anni si è aggiunta la seconda I di ipovedenti) di Como, la cui sezione, lo scorso aprile, in pieno lockdown, ha celebrato i suoi 74 anni (è stata fondata il 4 aprile 1946). La sua storia inizia qualche giorno prima il 21 marzo 1946 in un modesto appartamento situato in una delle vecchie vie di Como dove veniva ospitato un piccolo gruppo di non vedenti. Quel giorno del 1946 venne formata una commissione che indisse le prime elezioni, volute per scegliere i membri del direttivo. Quella appena nata era in realtà una sottosezione, dato che allora in Lombardia c’erano solo due sezioni dell’U.I.C.: quella interprovinciale della Lombardia Occidentale per le province di Milano, Como, Varese, Pavia e Sondrio, e quella della Lombardia Orientale per Brescia, Bergamo, Mantova e Cremona con sede a Brescia. Ventidue anni dopo si legge testualmente, in un documento ufficiale della sezione comasca: “L’U.I.C. è la grande artefice dell’integrazione ufficiale ed economica dei non vedenti italiani, raggiunta attraverso la promozione dell’istruzione, del lavoro privilegiato, dei provvedimenti di sostegno economico e di tutte le leggi che sanciscono questi benefici”. Gli anni che seguiranno saranno caratterizzati da un susseguirsi di iniziative e progetti per rendere sempre più agevole la quotidianità delle persone affette da minorazione della vista. Oggi l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Como conta circa 300 iscritti.

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