DDay del 23/11/2020
Arriva dall'Università di Melbourne un impianto ottico bionico che potrebbe consentire a pazienti affetti da cecità di recuperare la vista. Il sistema bypassa i nervi ottici compromessi trasmettendo immagini direttamente al cervello.
MELBOURNE. La Monash University di Melbourne ha sviluppato un occhio artificiale che potrebbe consentire il recupero parziale della vista a pazienti non vedenti. Il sistema bionico prende il nome di Gennaris Bionic Vision System ed è pronto, dopo dieci anni di studio, a essere testato sull’uomo.
Questo nuovo occhio bionico è composto da una sorta di visore, personalizzato in base alla struttura fisica del paziente, all’interno del quale sono integrati una videocamera e un trasmettitore wireless.
Una serie di chip da 9 x 9 mm sono successivamente impiantati nell’area del cervello adibita alla vista, al fine di consentire la comunicazione tra i due organi. Il dispositivo - coadiuvato da un elaboratore grande quanto uno smartphone - traduce le immagini in impulsi che vengono infine trasmessi dalla retina direttamente alla corteccia visiva primaria, bypassando i nervi ottici compromessi.
Gli ottimi risultati raggiunti con alcune cavie da laboratorio hanno spinto il team di scienziati a saltare allo step successivo, programmando i primi test su pazienti umani entro il 2021.
La stimolazione, afferma il gruppo di studio, genera un modello visivo combinando fino a 473 punti di luce (fosfeni) in grado di fornire informazioni sufficienti per consentire all'utente di muoversi in ambienti interni ed esterni e riconoscere la presenza di persone e oggetti attorno a sé. La speranza è dunque che il metodo Gennaris possa portare dei risultati convincenti nel trattamento di molte condizioni per le quali altre tecnologie hanno un beneficio limitato.
di Gaetano Mero
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