domenica 29 novembre 2020

Scienza da toccare al Museo Galileo

Il Quotidiano del Molise del 29/11/2020

Continua l’affascinante cammino della rubrica “Alesia ed i suoi compagni di viaggio” e questa volta ospitano il Dott. Andrea Gori, che di cuore ringraziano.

Il Museo Galileo conserva una delle raccolte di strumenti scientifici più importanti al mondo, in particolare i due cannocchiali originali del grande scienziato, che hanno rivoluzionato la storia e segnato la nascita e lo sviluppo della scienza. Il nostro obiettivo è sempre stato quello di suscitare interesse e passione nei nostri visitatori per le materie scientifiche; riuscire a coinvolgere ogni tipo di pubblico è una sfida fondamentale, per questo abbiamo progettato un percorso tattile per agevolare l’accessibilità delle collezioni del museo alle persone con minorazione visiva e per stimolare una maggiore sensibilità alla diversità.

Per gli operatori didattici era difficile coinvolgere i ragazzi non vedenti che visitavano il museo insieme ai loro compagni; non riuscivano a spiegare esaustivamente gli strumenti delle nostre collezioni senza farli toccare. I visitatori con problemi visivi venivano involontariamente discriminati perché non gli era permesso di vedere con le mani. La fruizione dei beni culturali è una parte fondamentale per la crescita di ogni persona e la cecità non deve costituire un ostacolo o essere causa di esclusione; tutti, vedenti e disabili della vista, dovrebbero essere in grado di goderne pienamente.

Nel 2006 con la collaborazione dell’Unione Italiana Ciechi e ipovedenti, scegliemmo alcuni strumenti rappresentativi delle nostre collezioni e ne realizzammo alcune copie identiche agli originali da usare durante le visite guidate. L’iniziativa ebbe un enorme successo e ci accorgemmo che i non vedenti riuscivano ad acquisire maggiori informazioni, a capire l’uso degli strumenti e soprattutto si sentivano più integrati nella visita di gruppo. Ma anche i vedenti integrando il senso della vista con l’uso delle mani, spesso poco usato, avevano una fruizione più profonda degli oggetti e riuscivano ad apprezzare caratteristiche che altrimenti sarebbero state completamente trascurate. Un esempio è il notturnale , strumento per determinare l’ora con le stelle, dotato di profonde zigrinature e incisioni rilevabili solo con il tatto, che ne permettevano la regolazione al buio senza usare la vista. Spesso abbiamo sottovalutato il valore conoscitivo del tatto, anzi in alcuni casi lo abbiamo proprio inibito.

Nel corso degli anni sono state costruite molteplici repliche di strumenti scientifici, alcune anche di grandi dimensioni e nel 2016 abbiamo inaugurato il percorso tattile: un luogo per imparare divertendosi che ha come protagonista il tatto, dove vedenti e non vedenti possono sperimentare la forza centrifuga, la discesa di un pallina lungo un piano inclinato ma anche apprezzare la complessità dei modelli celesti e l’utilità di strumenti come l’astrolabio e il notturnale. Lungo il percorso il visitatore non vedente può accedere alle informazioni relative agli strumenti scientifici attraverso didascalie in braillee con caratteri per ipovedenti. Per l’occasione è stata realizzata in collaborazione con la Stamperia Braille della Regione Toscana una guida in Braille e una per ipovedenti in italiano e inglese con spiegazioni e illustrazioni in rilievo di alcune delle opere più importanti del Museo.

Le visite tattili progettate in collaborazione con l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, nate per rendere accessibili le collezioni scientifiche del Museo, sono diventate fondamentali anche per tutto il pubblico. Abbiamo tentato di abbattere le barriere percettive e sensoriali che incontrano costantemente i disabili della vista, e abbiamo creato percorsi utilissimi anche per i vedenti, scoprendo l’importanza della dimensione sensoriale tattile. In questo modo il Museo è diventato anche il luogo delle mani, lo spazio del fare dove si impara provando; non più luogo da visitare passivamente, ma palestra di scienza che permette di allenarsi con partecipazione e divertimento manipolando e imparando a usare copie di strumenti.

Il Museo propone durante l’anno attività didattiche per non vedenti ma aperte e fruibili anche ai vedenti per favorire la socializzazione tra i disabili visivi e l’intero pubblico; sono momenti di confronto per sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi della pari dignità e sulla necessità di abbattere ogni tipo di barriera. Proprio nell’ottica di far diventare i non vedenti attori e non solo comparse nell’organizzazione e fruizione delle esperienze educative del Museo è stato realizzato un laboratorio interattivo dedicato alla figura di Louis Braille, inventore della scrittura che porta il suo nome. Guidati da un operatore non vedente gli studenti hanno l’opportunità di avvicinarsi al codice Braille attraverso esperienze sensoriali e giochi didattici, e di scoprire con il tatto un modo diverso per conoscere la collezione di strumenti scientifici del Museo Galileo. Normalmente è il vedente che fa da guida al cieco all’interno dei musei, al Galileo i ruoli si invertono, è il non vedente che dirige il gruppo alla scoperta dei minuziosi dettagli degli strumenti scientifici che possono essere “visti” solo con le mani e spiega il codice che ha permesso ai ciechi di aver accesso alla cultura e li ha condotti all’uguaglianza e alla piena integrazione; tutti gli anni il Museo Galileo celebrala giornata del Braille, con teatralizzazioni, attività ludico-culturali rivolte ai non vedenti e con mostre sulle tecniche e strumenti per la scrittura Braille, esempi didattici tattili del primo Novecento che documentano l’attività della stamperia di Firenze.

La sezione didattica del Museo Galileo deve molto agli amici non vedenti, perché ci hanno stimolato e spinto a realizzare attività educative multisensoriali per tutti, dove sia il cieco che il vedente imparano la scienza divertendosi; ci hanno insegnato a considerare il tatto come un importante strumento di conoscenza, con il quale si possono reperire moltissime informazioni acquisibili esclusivamente con la sensibilità dei nostri polpastrelli.

Il museo quando accoglie la diversità, considerandola non un problema ma un’opportunità, diventa luogo di scambio e di apprendimento.

Andrea Gori,

Responsabile attività educative, Museo Galileo

“L’Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti di Firenze è lieta ed orgogliosa della pluriennale collaborazione instauratasi con il Museo Galileo in generale e con il Dottor Andrea Gori in particolare, che ha consentito ai disabili visivi di poter accedere ad un patrimonio culturale e scientifico di valore inestimabile. Grazie al Museo Galileo e alle sue continue proposte in tema di percorsi accessibili e tattili, le persone non vedenti hanno potuto godere di un vero e proprio viaggio in una proposta museale inclusiva.

Da molti anni la nostra associazione si è impegnata per promuovere il concetto di accessibilità negli istituti museali della nostra città per poter consentire una cittadinanza attiva ed integrata in ambito culturale. Ebbene, in questo ampio panorama, il Museo Galileo si è contraddistinto per lo spirito di collaborazione e di ascolto necessari per la realizzazione di un numero sempre maggiore di iniziative che hanno visto l’esperienza sensoriale posta come elemento centrale con particolare attenzione anche alla diffusione del Braille come valore aggiunto nelle esposizioni.

L’obiettivo è quello di poter rinnovare anche in futuro questa collaborazione che ha inorgoglito la nostra associazione in tutti questi anni”

Niccolò Zeppi,

Presidente dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Firenze

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