Il Sole 24 Ore del 28/10/2021
Una legge quadro, che conferisce al Governo la delega legislativa per la riforma della normativa sulla disabilità da esercitarsi, attraverso l'emanazione di uno o più decreti legislativi, entro venti mesi dall'entrata in vigore della norma. Il provvedimento approvato dal Consiglio dei ministri istituisce inoltre la figura del Garante nazionale delle disabilità: dovrà occuparsi di raccogliere le istanze e fornire adeguata assistenza alle persone con disabilità che subiscono violazioni dei propri diritti; formulare raccomandazioni e pareri alle amministrazioni interessate sulle segnalazioni raccolte, anche in relazione a specifiche situazioni e nei confronti di singoli enti; promuovere campagne di sensibilizzazione e di comunicazione per una cultura del rispetto dei diritti delle persone.
La missione 5 del Pnrr
Il contesto in cui prende forma il disegno di legge è la missione 5 del Pnrr, “Inclusione e Coesione”, che contiene una riforma ad hoc intitolata “Legge Quadro sulla disabilità” che consiste in una legge delega che riguarda tutte le persone con disabilità e che ha il suo fulcro nel progetto di vita personalizzata e partecipata. Un progetto di vita, personalizzato e partecipato, che possa consentire alle persone con disabilità di essere protagoniste della propria vita e di realizzare la reale inclusione nella società.
Accertamenti unificati
Per quanto riguarda l'accertamento della condizione di disabilità e la revisione dei suoi processi valutativi di base, il Governo è delegato a unificare tutti gli accertamenti concernenti l'invalidità civile, la cecità civile, la sordità civile, la sordocecità, l'handicap, anche ai fini scolastici, la disabilità prevista ai fini del collocamento mirato e ogni altro accertamento dell'invalidità. Secondo l'Istat il numero di persone con disabilità in Italia è di 3.150.000, pari al 5,2% della popolazione.
L’aggiornamento delle tabelle degli stati invalidanti
L’esecutivo è delegato anche a prevedere l'aggiornamento, con decreto del Ministro della salute delle tabelle delle percentuali degli stati invalidanti, attualmente disciplinate dal decreto del Ministro della sanità 5 febbraio 1992. L’esecutivo è delegato altresì a prevedere un aggiornamento e un adeguamento del sistema di controlli in merito alla effettiva permanenza e sussistenza dello stato invalidante, al fine anche di monitorare che le prestazioni rese continuino ad essere quelle adeguate.
Il progetto di vita personalizzato
Il Governo deve prevedere modalità di coordinamento per l'integrazione della programmazione sociale e sanitaria nazionale e regionale al fine di favorire la creazione delle Unità di valutazione multidimensionale composte in modo da assicurare l'integrazione degli interventi di presa in carico, di valutazione e progettazione in ambito sociosanitario e socio-assistenziale da parte delle amministrazioni competenti. Il Governo deve garantire anche che nell'elaborazione e nell'attuazione del progetto di vita, vengano attivamente coinvolti gli enti del Terzo settore con le modalità già previste della co-programmazione e della co-progettazione, assicurando un maggior grado di flessibilità nella definizione degli interventi.
Il budget di progetto
L'elaborazione del progetto di vita, a sua volta, non può prescindere dall'indicazione del cosiddetto “budget di progetto” ovvero la descrizione quantitativa e qualitativa delle risorse economiche, strumentali, professionali, tecnologiche e umane dirette a garantire la piena fruibilità dei sostegni indicati per qualità, quantità ed intensità nel progetto personalizzato. Il progetto può altresì prevedere che tali risorse possono essere anche autogestite dalla persona con disabilità, prevedendo tuttavia obblighi di rendicontazione secondo i criteri inseriti all'interno del progetto stesso. Devono essere individuate, sempre all'interno del progetto, le figure professionali che dovranno occuparsi della sua realizzazione e del suo monitoraggio, costituendo un punto di riferimento costante per la persona con disabilità ed il suo contesto familiare.
Disabili: verso ritorno assegno invalidità per chi lavora
Intanto, su proposta del ministro del Lavoro, Andrea Orlando, in sede di conversione Dl fiscale sarà presentato un emendamento che riporterà il riconoscimento dell’assegno di invalidità ai disabili, indipendentemente dallo svolgimento di un’attività lavorativa. L’emendamento, riportando ad una corretta applicazione la normativa vigente, prevede che l’assegno mensile di invalidità dovrà essere riconosciuto a prescindere dallo svolgimento di un’attività lavorativa, dove quest’ultima non determini il superamento del limite di reddito considerato come condizione per l’accesso alla prestazione dall’attuale normativa.
di Andrea Carli
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