“Al mio Eliot non potrei mai rinunciare. Rinunciare a lui sarebbe come dover rinunciare alla mia autonomia. Che non baratto con nulla”.
A parlare è Claudio Mapelli, 69 anni, presidente della sezione bergamasca dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti. Eliot è il settimo cane guida di Claudio che a 22 anni ha perso la vista a causa di un incidente di caccia. Ma grazie ai cani, che da sempre Claudio ha amato e che lo hanno accompagnato fin dalla sua infanzia, non hai perso la sua autonomia e la sua libertà.
I suoi sette cani (quattro pastori tedeschi e tre labrador) sono stati, prima ancora che i suoi occhi, i suoi compagni di vita che, malgrado la cecità, gli hanno permesso di condurre un’esistenza senza barriere. Lavoro, viaggi, spostamenti, divertimenti per Claudio non sono mai stati un impedimento, proprio grazie a questi straordinari amici a quattro zampe addestrati per diventare la vista di chi vive nel buio.
Claudio decide di raccontare la sua vita sempre accompagnato dai suoi cani guida, proprio in occasione della Giornata Nazionale del cane guida che si celebra il 16 ottobre. Una Giornata istituita dall’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti nel 2006 per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sui diritti umani delle persone con disabilità visiva, e far comprendere che il cane guida sono “gli occhi di chi vive nel buio”.
“La scelta del cane guida è arrivata per caso – racconta – Grazie a Francesco, un amico non vedente che, già negli anni Settanta, ne aveva preso uno in Germania. Ho deciso di fare lo stesso, ed è stata una delle scelte più azzeccate della mia vita. Non posso vivere senza il mio cane guida”.
Eliot, così come i suoi predecessori, accompagna Claudio in tutti i momenti della giornata: la passeggiata per andare al lavoro a piedi (attraversando anche strade molto trafficate), le lunghe giornate in ufficio, e poi in ogni momento di svago e di socialità.
“Sui mezzi pubblici il cane guida richiama sempre l’attenzione e le coccole dei passeggeri – prosegue Mapelli – Tanti si fermano, mi fanno domande, lo accarezzano. Eliot è più grande rispetto ai mie precedenti cani guida e sui pullman spesso le persone mi chiedono permesso per passare: è un gigante buono color miele”.
Claudio non riesce a immaginare la sua vita senza il cane guida. “Trascorro più tempo con il cane guida che con mia moglie – prosegue ironicamente -. Certo avere il cane guida è un impegno. Il cane, rispetto al semplice bastone bianco che, tornato a casa, viene riposto sulla cassapanca ha bisogno di attenzione e cure. Il cane è parte della famiglia: va pulito, spazzolato, lavato, nutrito e coccolato. Ma quello che dà un cane, e in questo caso un cane guida, non ha prezzo. Inoltre facilita e velocizza gli spostamenti: è lui che mi guida”. Preservandolo da pericoli e ostacoli che, altrimenti, Claudio dovrebbe “intercettare” con il suo bastone.
Claudio ricorda con affetto i predecessori di Eliot, tutti presi in Italia. L’ultima Ghea, 13 anni, è andata in pensione e il suo posto è stato preso da Eliot che arriva da una scuola di addestramento svizzera. “L’addestratore lo ha portato a casa mia ed è rimasto con noi per una decina di giorni per spiegarmi e affiancarmi nelle attività quotidiane con Eliot – prosegue -. Purtroppo in Italia le lista d’attesa per avere il cane guida sono lunghe, Eliot è arrivato dopo otto mesi”.
Non dimentichiamo che, come ricorda la Legislazione garantisce al cane guida molti diritti quali l’accesso a tutti gli esercizi pubblici; l’esonero dell’obbligo di portare la museruola (a meno che non sia richiesto in una data situazione); l’esonero del proprietario di avere paletta e sacchetto per la raccolta delle deiezioni. Il cane guida sale gratis sui mezzi pubblici, può accompagnare la persona non vedente anche su traghetti e aerei sia in Italia sia all’estero; può viaggiare sul sedile posteriore insieme alla persona cieca senza incappare in sanzioni.
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