Superando del 07/10/2021
«L’Unione Europea dovrebbe avere una definizione comune di disabilità e introdurre una Carta Europea della Disabilità per il riconoscimento comune di tale condizione in tutto il proprio territorio»: è uno dei punti più qualificanti della Risoluzione approvata oggi, 7 ottobre, dal Parlamento Europeo, che tra le altre raccomandazioni rivolte all’Unione parla di accessibilità ad ogni livello, di sistemi educativi aperti a tutti gli studenti, di alloggi non segreganti, di lotta alle violenze nei confronti delle persone con disabilità e della necessità di colmare il divario occupazionale.
«L’Unione Europea dovrebbe avere una definizione comune di disabilità e introdurre una Carta Europea della Disabilità per il riconoscimento comune di tale condizione in tutto il proprio territorio»: è questo uno dei punti più qualificanti, ma non il solo, della Risoluzione approvata oggi, 7 ottobre, dal Parlamento Europeo con 579 voti favorevoli, 12 contrari e 92 astensioni.
Tale Risoluzione deriva dalla relazione redatta nel luglio scorso dalla PETI, la Commissione Parlamentare per le Petizioni, organismo che svolge quello che viene definito come un “ruolo di protezione”, nel garantire il rispetto della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità da parte dell’Unione Europea, che aveva ratificato la Convenzione stessa il 23 dicembre 2010. Dopo avere quindi ricevuto decine di petizioni relative ai diritti delle persone con disabilità, la Commissione PETI aveva redatto la citata relazione, “ponte di passaggio” alla Risoluzione approvata oggi.
Come si diceva, quella riguardante una definizione comune di disabilità non è la sola tra le raccomandazioni rivolte dal Parlamento Europeo all’Unione Europea. Tra esse, infatti, gli Eurodeputati hanno incluso quella relativa a un’assistenza più flessibile per i trasporti in treno, con la rimozione delle barriere fisiche e amministrative, nonché quelle riguardanti sistemi educativi in grado di accogliere diversi tipi di studenti ed esigenze e la predisposizione di alloggi non segreganti per i cittadini e le cittadine con disabilità, in modo che essi ed esse possano partecipare attivamente alla vita della propria comunità.
Altro passaggio di grande importanza è quello concernente la richiesta di misure concrete, in una società che sempre più si affida sempre più alle competenze digitali, quali la fornitura da parte degli Enti Pubblici di informazioni nel Linguaggio dei Segni, in Braille e con testi di facile lettura, senza dimenticare l’esigenza che tutti gli edifici governativi siano facilmente accessibili.
E ancora, sempre secondo la Risoluzione approvata oggi, l’Unione Europea dovrà concentrarsi maggiormente sulla lotta alle violenze, comprese quelle di genere, e alle molestie, di cui le persone con disabilità, e in particolare le ragazze e le donne, sono vittime in maniera sproporzionata.
E da ultima, ma non ultima, l’istanza di impegnarsi a colmare il divario occupazionale che svantaggia enormemente le persone con disabilità.
Il Parlamento, infine, ha chiesto anche al Consiglio d’Europa di procedere con l’approvazione della Direttiva Trasversale Antidiscriminazione, attualmente bloccata.
«Le persone con disabilità – ha dichiarato il relatore della Risoluzione Alex Agius Saliba – continuano ad affrontare molteplici ostacoli e discriminazioni nella loro vita. Uno di questi è proprio la mancanza di un riconoscimento reciproco della condizione di disabilità tra gli Stati membri dell’Unione Europea, e ciò rappresenta un enorme ostacolo alla loro libertà di movimento. È dunque il momento di rispondere alle preoccupazioni dei nostri cittadini e cittadine e di migliorare la vita delle persone con disabilità in un’Europa senza barriere. Dobbiamo promuovere la loro inclusione sociale ed economica e la loro partecipazione alla società, senza discriminazioni e nel pieno rispetto dei loro diritti, e su una base di uguaglianza con gli altri». (S.B.)
Ringraziamo per la collaborazione il Team Stampa del Parlamento Europeo in Italia.
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