ROMA. Un emendamento al Dl fiscale, che deve passare dalle Camere per la sua conversione in legge, riporterà l’assegno di invalidità per chi ha una invalidità tra il 74 e il 99% tornerà ad essere “pieno” (287,09 euro al mese), indipendentemente dallo svolgimento di un’attività lavorativa se questa produce un reddito inferiore ai limiti previsti dall’attuale normativa. In sostanza si ferma il treno in corsa, mantenendo la situazione attuale. Nei giorni scorsi invece il messaggio n. 3495 l’Inps, rifacendosi a pronunciamenti della Corte di Cassazione, aveva modificato le indicazioni in essere, affermando che il requisito di "inattività lavorativa” previsto dalla legge come necessario per avere diritto all’assegno per invalidi civili parziali sarebbe stato d’ora in avanti interpretato in maniera restrittiva, come assoluta assenza di attività lavorativa, anche minima. Finora invece era ammesso che persone svolgessero attività lavorative entro il limite reddituale di 4.931 euro annui, senza perdere l’assegno. La novità aveva immediatamente sollevato enormi preoccupazioni. L'emendamento arriverà dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e riporterà – dice l’Ansa - «ad una corretta applicazione la normativa vigente».
È una grande vittoria del mondo associativo, che ha mostrato ancora una volta la sua autorevolezza. Fish e Fand hanno aperto subito il confronto con i due dicasteri di riferimento, il ministro Orlando e la ministra Stefani. C’è stata sinergia e un’azione congiunta per evitare un ulteriore strappo tra le istituzioni e i cittadini con disabilità e le lor famiglie», commenta Vincenzo Falabella, presidente della Fish. «Siamo stati cuscinetto e ammortizzatore delle istanze e delle rivendicazioni delle persone con invalidità. Mi auguro che l’Inps nel frattempo abbia inviato alle sedi territoriali una comunicazione che le inviti a temporeggiare, in vista della definitiva soluzione della questione».
di Sara De Carli
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